Rieti calcio: cronistoria e protagonisti di una stagione maledetta. Dalla salvezza con Capuano alla retrocessione d’ufficio

(di Matteo Dionisi) È il 65′ della sfida tra Bisceglie-Rieti del 20 aprile 2019, Iacopo Cernigoi con la sua rete dell’1-0, con due giornate d’anticipo della stagione 2018/19, regala agli amarantocelesti di Eziolino Capuano la salvezza matematica e permanenza in Serie C nella prima stagione. Questa è una delle immagini più belle per i supporter del Rieti, forse degli ultimi anni.

La scorsa estate, dopo la splendida cavalcata nella seconda parte del campionato, per la società di Riccardo Curci trascorre tra incertezze e una grande difficoltà ad iscrivere la squadra per la nuova stagione alle porte. La piazza vuole la riconferma in panchina di Capuano – che non ha mai nascosto l’amore per questi colori – ma alla fine sarà costretta a vedere “l’allenatore del popolo” prendere un’altra strada. È il 12 luglio e per sostituire il Mini One di Pescopagano viene scelto Alberto Mariani: tecnico romano che fa parte della scuderia della Salernitana dell’amico Angelo Fabiani.

PRIMA PARTE – Mariani – che nella sua carriera fino a quel momento aveva allenato solo settori giovanili – trascina il Rieti nella striscia più negativa di sconfitte – figlia anche di una costruzione della rosa che si rivela non all’altezza del torneo (dove più di tutte spicca la sconfitta per 6 reti contro la Casertana) – tra il nuovo campionato e l’inizio della Coppa Italia.

Il mese di ottobre è quello più oscuro di tutti. L’allenatore laziale viene esonerato e la società per tamponare l’assenza in panchina si rivolge al reatino Lorenzo Pezzotti, tecnico della Berretti: scelta che si rivelerà azzeccata, visto che la classifica vede i primi tre punti reatini dall’inizio del nuovo torneo, grazie alla vittoria in rimonta contro la Sicula Leonzio per 2-1 firmata da Francesco Marcheggiani.

Nel frattempo però Riccardo Curci riesce a vendere la società, dopo una trattativa complessa con l’intermediario e broker Cristiano Leonardi. Il 15 ottobre il Rieti passa all’Italdisel, e con il passaggio di consegne arrivano i primi problemi, forse la goccia che ha fatto traboccare veramente il vaso. Sì, perché il 16 ottobre, non vengono rispettati i pagamenti degli emolumenti per staff e giocatori per il bimestre luglio-agosto (160mila euro): errore che costerà ben 4 punti di penalizzazione. Il nuovo management però vuole ripartire e farlo con pedine importanti. Il 20 ottobre per la guida tecnica viene scelto Bruno Caneo, ex secondo di Gasperini al Genoa e come direttore tecnico il volto noto di Luigi Pavarese.

Caneo parte col botto: 4-2 nel derby contro la Viterbese e 2-0 alla Cavese. Il Rieti in 8 giorni conquista 9 punti (grazie anche alla vittoria di Pezzotti contro la Sicula Leonzio) e i problemi sembrano alla spalle. La nuova società però continua a non rispettare la parola sul pagamento degli stipendi e iniziano così proteste a scioperi da parte di tutta la rosa, mentre alle porte c’è una gara importantissima allo Scopigno, non per la classifica ma per il blasone dell’avversaria: la Reggina.

È il 17 novembre. Il match contro la formazione calabrese non verrà mai disputato e il Rieti si gioca la faccia in tutta Italia: in campo va la Berretti ma vengono trovate delle irregolarità nella distinta di gara della formazione di casa: Lorenzo Pezzotti non ha la deroga (come ce l’aveva dopo le dimissioni di Mariani) per guidare una gara di C, anche con i ragazzi in campo. Il primo allenatore del Rieti, Bruno Caneo, nei giorni scorsi aveva inviato un certificato medico per non essere presente. Figuraccia ed errore che costerà un altro punto di penalizzazione. le cose vanno talmente male che molla anche il capace e pur troppo paziente segretario Gabriele Di Leginio (leggi). Una delle tante dimissioni nel corso dell’anno (senza scordare Emanuele Maggiani, preparatore dei portieri – leggi). Più avanti lascerà anche il segretario Paolo Grifoni (leggi).

SECONDA PARTE – Il mese di novembre passa e anche l’Italdiesel finisce nel dimenticatoio. Riccardo Curci decide di tornare in sella, dopo le troppe irregolarità messe in atto dalla proprietà rappresenta da Sasà Soviero, l’ex calciatore di Venezia e Juve Stabia scelto come immagine del club. Il Rieti con il ritorno del suo presidente, si avvia verso nuovi cambiamenti: c’è l’ingresso in società di un nuovo amministratore delegato, Roberto Di Gennaro. Il manager ex Avellino, vuole dare nuova aria alla società amarantoceleste e l’11 dicembre – mentre il campionato va avanti – decide di mandare via Caneo per far posto a Roberto Beni.

Ennesimo ribaltone in panchina, il quarto con Beni, che porta alla squadra – che continua ad incassare sconfitte – solo discontinuità. Ad aiutare però il tecnico di San Benedetto è il mercato: Di Gennaro sceglie anche un nuovo direttore sportivo, Vincenzo Minguzzi ex Viterbese. La sessione invernale di calciomercato fanno approdare in casa Rieti giocatori giovani ma anche di qualità: Merelli, Serena, Russo – autore dell’unica vittoria dell’era Beni, contro la Casertana per 1-0 -.

Le cose però non vanno per il verso giusto neanche con il nuovo asset societario. Arriva un nuovo anno e le cose per il Rieti non migliorano affatto, tutt’altro. L’11 febbraio è un’altra data che tutti ricorderanno: Roberto Beni, stremato dal rapporto mai sbocciato con Di Gennaro, si fa da parte e in città torna un volto conosciuto che sconvolge tutta la piazza amarantoceleste.

Alberto Mariani torna a sedersi in panchina, ma neanche stavolta sarà fortunato. Per lui doveva essere la prova del riscatto dopo la prima parte di stagione disastrosa, ma anche questa volta riesce a  timbrare il cartellino della sconfitta per 3 volte di fila, il che conferma il Rieti sempre più ultimo in classifica. È il 23 febbraio e come in un film, per la squadra arriva l’ennesimo ribaltone in panchina: Bruno Caneo torna nei panni di tecnico. Con una squadra non forgiata da lui, per il tecnico sardo – ma da anni emiliano doc –  non è semplice riprendere quel poco di buono che aveva costruito nel suo mese di lavoro.

Arriva marzo e mentre hanno salutato sia Di Gennaro che Minguzzi (ed è tornato al comando Pierluigi Di Santo dopo “ferie forzate”), gli amarantocelesti affrontano l’ultima gara della stagione, 1-0 nel derby contro la Viterbese firmato De Paoli. Ultima perché in l’Italia viene investita dal virus Covid19 e il Governo insieme a tutte le istituzioni del mondo del calcio, decidono di sospendere i tornei. E mentre tutto è fermo e Riccardo Curci lavora per uscire di scena una volta per tutte, vendendo la società, arriva l’ultima data che segna per il Rieti il capolinea.

Ieri pomeriggio (leggi)  uno di quei giorni che il mondo amarantoceleste ricorderà per sempre nella sua storia calcistica. Dopo 2 anni di Serie C – entrambe stagione travagliate – il Consiglio Federale ha approvato ciò che era nell’aria da settimane: “le ultime di ogni girone retrocederanno direttamente in D”. Un fulmine al ciel sereno – anche se alla fine un po’ tutti se lo aspettavano – per tutta la società amarantoceleste, che fino in ultimo ha sperato di essere inclusa in un unico playout per lottare e conquistare ancora un posto nel terzo campionato d’Italia. Il Rieti torna in D, Curci vuol vendere e torna un’altra estate da incubo.

Foto: RietiLife ©

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