Giovane donna muore sulla Salaria dopo schianto con tir, arrestato compagno per omicidio stradale. Carabinieri: “Tasso alcolemico a 2,93”

C’è uno sviluppo per l’incidente di questa notte sulla Salaria a San Giovanni Reatino in cui è morta una 27enne (leggi) reatina di Torricella. I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Rieti hanno arrestato un 35enne, incensurato, per il reato di omicidio stradale. È il compagno della giovane e guidava il mezzo che si è schiantato contro un tir.

Il provvedimento dei Carabinieri – come riporta l’Arma in una nota – è scaturito a seguito dell’intervento effettuato dai militari dell’Arma nel corso della notte appena trascorsa i quali, allertati tramite il Numero Unico d’Emergenza 112, hanno raggiunto la S.S. 4 Salaria, all’altezza di San Giovanni Reatino, in cui è stato segnalato un grave incidente stradale con feriti. I Carabinieri arrivati sul posto hanno constatato che si trattava di uno scontro frontale tra un’autovettura ed un autoarticolato. In particolare un’utilitaria che percorreva la statale in direzione Roma, per cause in fase di accertamento, si è scontrata frontalmente con un autoarticolato che sopraggiungeva dall’altro senso di marcia. Nell’autovettura, condotta dal trentacinquenne, quale passeggera, c’era la propria compagna, ventiseienne di origini polacche (V.W. le sue iniziali, di Torricella – leggi) che, a causa delle gravi lesioni riportate, è deceduta sul colpo. I rispettivi conducenti sono stati trasportati presso l’ospedale di Rieti ma non risultano in pericolo di vita, riportano i Carabinieri.

I successivi accertamenti sanitari, effettuati presso Pronto Soccorso del De Lellis, hanno consentito di rilevare che il conducente dell’autovettura su cui viaggiava la donna che ha perso la vita, aveva un tasso alcolemico pari a 2.93 g/l (il limite massimo consentito dal Codice della Strada è di 0,5 g/l). Per tale motivo i Carabinieri hanno arrestato l’uomo il quale, al termine della redazione degli atti previsti, una volta dimesso dall’ospedale sarà accompagnato nella propria abitazione agli arresti domiciliari.

Foto: CC ©

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