Chéu in bilico: contro i 5000 di Catanzaro e la Juve Stabia si gioca la panchina

(di Christian Diociaiuti) La strada per quel “party di fine anno dove festeggeremo la salvezza con squadra, giocatori  e tifosi” invocato dal tecnico Chéu, è ancora lunga. E buia. Dopo una sconfitta che non lascia spazio a interpretazioni, ma anzi apre tante riflessioni – su tutte di mercato, passando per tagli e nuovi e necessari arrivi d’esperienza – le tappe per agguantare la permanenza in C (sì, perché, come ha tenuto a sottolineare Chéu: “Mica dobbiamo andare in B“) sono diverse. La prima è sicuramente Catanzaro, sabato alle 16.30, non proprio una sfida da giocare sul velluto.

SCOTTA LA PANCHINA – Chéu è sulla graticola, non c’è che dire. Nonostante i sorrisi – imbarazzati e imbarazzanti – di Mpasinkatu che alla precisa domanda “Il tecnico è a rischio?“, ha risposto con una smorfia nervosa neanche il Rieti avesse perso di misura e chi stesse domandando avesse proferito un’eresia: dopo il 5-1 di Potenza, Malù ha blindato la posizione del portoghese. Chissà che ne pensano i tifosi. La società, oltre alle parole del diesse, non si è esposta. Non l’ha fatto nessun’altro, tantomeno il greco Poulinakis, il presidente, che sabato allo stadio c’era e, chiuso nel suo gabbiotto, ha visto il Rieti affondare sotto i colpi di un Potenza lucido, esperto, forte. L’esatto contrario della squadra amarantoceleste. Dicevamo, Chéu sulla graticola, nonostante la strenua difesa in conferenza stampa (prima non voleva domande, poi ha risposto. D’altronde, da bravo Mourinho, le regole le fa lui) è a rischio. E l’accoppiata di prossime gare, Catanzaro in trasferta e Juve Stabia in casa, è decisiva. Chéu si gioca tutto contro due avversarie difficilissime. E senza spingersi troppo oltre – perché la Juve Stabia vice-capolista fa davvero paura – il Catanzaro è un cliente scomodissimo. Soprattutto se vai a trovarlo a casa sua: da tempo immemore i giallorossi ora allenati da Auteri, non vincevano col Catania in campionato. L’ultima volta era la metà degli anni Settanta e il 2-0 ha acceso in Calabria un passione giallorossa che porterà sugli spalti qualcosa come 5000 spettatori (la media, al momento, è 3800).

SENZA DABO – Chissà se “l’andate a lavorare” proferito dai tifosi verso la squadra, assieme ad altre parole di contestazione che non sono passate in sordina e sono proseguite sui social, ha fruttato quantomeno uno scatto d’orgoglio. L’amarezza è tanta e nessuno più crede alle solite parole: “Siamo gli stessi di Viterbo, serve fiducia. Dobbiamo salvarci e non andare in B“. La richiesta è di azioni concrete, sul mercato in via prevalente: in entrata, sì, e pure in uscita. Intanto, per Catanzaro, tutti a disposizione, tranne Dabo. E si conferma la maledizione di non poter schierare mai la difesa titolare. Dabo, infatti, sarà impegnato ancora con la Guinea Bissau. A destra andrà Gallifuoco se Pepe migliora per tornare al fianco di Gigli. E Papangelis? La disastrosa prestazione di sabato gli garantirà comunque un posto da titolare o siamo pronti ad una nuova rivoluzione-adattamento (essendo il greco l’unico terzino sinistro?). Di positivo, solo il gol di Todorov. Il bulgaro s’è sbloccato. Dopo undici giornate. Amen.

Foto: RietiLife ©

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