Arci: “Dionisi si tenga forte: a Cantalice i gay ci sono. Le parole creano violenza, pronti a tutelare vittime”

“Ci chiediamo cosa abbia spinto il consigliere Dionisi a definire Cantalice un ‘paesello‘. Sembrerebbe che voglia relegarlo ad una dimensione provinciale e bucolica, lontana dalla mondanità dei Pride, quelle cosacce che si vedono solo nelle grandi città, possedute dal demonio! Forse il consigliere si è perso il passaggio al XXI secolo, sapete, il metaverso ed altre amenità”: lo scrive Arci Rieti in una nota di risposta a quanto dichiarato dal consigliere di Cantalice Paolo Dionisi (leggi), di Destra Sociale-FdI.

“Sarebbe interessante inoltre sapere a quale statistica ufficiale abbia attinto il dato che a Cantalice non ci sono gay. Stiamo cercando dati ovunque ma noi dell’Arci non riusciamo a trovarli. Noi in quella piazza ci siamo stati domenica scorsa, a parlare di diritti. Il diritto, altro sconosciuto al consigliere Dionisi. Caro consigliere, a nessuno interessa, onestamente, se lei abbia qualcosa o no contro la comunità LGBT+. Ci interessa invece che i diritti della comunità LGBT+ vengano tutelati e promossi perché, si tenga forte, i gay ci sono anche a Cantalice! Prossimamente attiveremo una formazione specifica, nell’ambito del progetto Germoglio, finanziato dalla Regione Lazio per tutelare le vittime di violenza e discriminazione in base all’identità di genere e l’orientamento sessuale, sul significato delle parole. La inviteremo a partecipare, le farebbe sicuramente bene! Perché le parole possono creare violenza!” conclude Arci.

Foto: RietiLife ©

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