Nota shock del consigliere di FdI: “La piazza arcobaleno in questo ‘paesello’ è una porcheria, inneggia ai gay che a Cantalice non ci sono”

“Cantalice, una piazza che sembra inneggiare alla comunità omosessuale. Dionisi: È divisiva, faremo togliere quei colori dagli scalini. Una piazza arcobaleno, qualcuno sussurra che sia molto ben vista dalla comunità omosessuale. La Festa dell’Unità è alle spalle, così come l’inaugurazione della piazza Anfiteatro al Bivio di Cantalice, per l’occasione vestita a festa, colorata nei suoi scalini con tinte multicolore tipiche della bandiera della pace, vessillo amato dalle rappresentanze omosessuali”: lo scrive in una nota Paolo Dionisi, consigliere comunale di Cantalice di Destra Sociale-Fratelli d’Italia.

Parole che fanno discutere, come la piazza stessa, “messa in funzione” per la Festa dell’Unità voluta dal Pd nell’ultimo weekend. D’altronde anche se la piazza inneggiasse alla comunità Lgbtq+ (come molte panchine ed altre iniziative nel Reatino, volute da più Comuni), non sarebbe certo reato. Al di là del gusto architettonico.

“Si tratta di un’oscenità, per lo più divisiva, altro che Unità – dice Dionisi – Non ho nulla contro la comunità omosessuale. Comunità tra l’altro praticamente assente in questo paese, ma le tinte date per l’occasione della festa del Partito Democratico è un qualcosa di inopportuno, che sta facendo discutere, dividendo la popolazione. Perché dare un significato così forte in un paesello così piccolo? Non tutti si sentono rappresentati, ma tutti pagano le tasse. Magari stanno chiedendo venia per questioni annose riguardanti rapporti con la Regione Lazio” dice Dionisi, definendo Cantalice un ‘paesello’ (conta 2500 abitanti e un territorio di 37 km quadrati).

Ma la nota continua fuori dal virgolettato: “In molti, soprattutto i simpatizzanti della destra hanno visto inoltre l’effettiva inaugurazione della nuova piazzetta, alle porte del paese, sulla strada che congiunge a Poggio Bustone, come un momento di esclusione”. E rincara: “Mi hanno detto che l’inaugurazione di uno spazio pubblico non può essere relegato a una nicchia. Persone non sono andate perché non volevano partecipare alla festa di un partito non loro, mancando così all’effettiva apertura della piazza, recentemente sistemata. Si tratta di una porcheria, ancor di più perché riguarda una piazza che da più di venti anni non vede la luce ed è stata ultimata, di fatto non ultimandola ma tagliando i lavori finali”.

Per lui “Secondo alcune normative è necessario che le tinte siano rimovibili per non costituire infrazione”. “Qualcuno già dice che i colori verranno rimossi, ma non tutti ne sono sicuri. Per questo Paolo Dionisi, Claudio Miccadei e consiglieri di minoranza, faranno da cani da guardia a questo scempio inviso da ampi strati della popolazione” conclude Dionisi.

Foto: Paolo Dionisi ©

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