Danni alle strutture del centro estivo Tata Mary a Quattro Strade: “Perché fate questo alla nostra attività inclusiva?”

(ch.di.) Danni alle strutture del centro estivo Tata Mary a Quattro Strade, che si trova nel parco antistante l’asilo comunale del quartiere. In due serate, la recinzione che il centro estivo – con regolari autorizzazioni per l’attività – ha installato per la sicurezza dei bambini è stata divelta.

“La prima notte la recinzione è stata presa a calci – spiega Adelaide Mari Tata Mary (guarda la sua intervista a ImprendoLife) – mentre la seconda notte la rete è stata arrotolata è gettata nel centro Mattucci. Mi è stato fatto capire che il parco è di tutti – spiega Mari – e anche io la penso così. Noi ne usiamo una porzione e per alcune ore al giorno, dopo averlo riqualificato e messo in sicurezza per i bambini. Il nostro è un centro estivo inclusivo, obiettivo primario della mia associazione che chiede, per partecipare, una cifra ridottissima per le attività su 10 ore giornaliere. Abbiamo accolto 17 piccoli ucraini e almeno una decina di bambini di famiglie di fasce economicamente fragili, che partecipano in maniera gratuita alle attività. Un centro estivo inclusivo perché ci sono anche piccoli diversamente abili e vogliamo che tutti giochino senza che si noti o percepisca alcuna differenza, tra chi osserva e chi, soprattutto, gioca. Abbiamo recintato perché i bambini sono imprevedibili: sfugge una palla e finisce in strada, può succedere un dramma. Così, invece, siamo sereni, detto che ci sono molti adulti e animatori in rapporto ai bambini iscritti. Non abbiamo recintato per appropriarci di qualcosa. Anche perché – aggiunge Tata Mary – il parco viene quotidianamente restituito alla cittadinanza. Che è invitata a partecipare gratuitamente a eventi più importanti che organizziamo e organizzeremo. Il parco è di tutti, assolutamente sì. E infatti lo è di giorno visto che ne occupiamo una piccola parte e la sera lo è integralmente, come il sabato e la domenica”.

I danni colpiscono molto Tata Mary, per l’investimento ma anche per il gesto, che fa capire quanto non si sia compresa la mission del centro estivo, che include bambini provenienti da ogni realtà e li mette sullo stesso piano. Quello del gioco e del divertimento. “Sono arrabbiata. Quando sono venuta qui l’ho fatto per creare una realtà inclusiva. Ma vedere questo fa male. Perché viene fatto tutto ciò?” conclude Mari.

Foto: RietiLife ©

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