Via al progetto “Inps per Tutti”: c’è l’accordo quadro per il Lazio

Presso la Direzione Generale INPS di Via Ciro il Grande, è stato presentato l’accordo quadro tra Inps Direzione regionale Lazio e Coordinamento Metropolitano Roma e Anci, Caritas e Comunità di Sant’Egidio, nell’ambito del progetto INPSxtutti. Obiettivo dell’iniziativa, che prosegue la sperimentazione avviata nel 2019 nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Bari e Catania, è sviluppare un’attività di collaborazione tra enti, volta a favorire l’accesso alle prestazioni assistenziali e previdenziali da parte di coloro che, pur avendone potenzialmente diritto, hanno difficoltà a fruirne, a causa del contesto di emarginazione o della condizione di fragilità economica, sociale e familiare in cui vivono.

All’apertura dei lavori, Rosanna Casella, Direttrice regionale Inps Lazio, ha ringraziato tutti coloro che hanno concorso alla realizzazione dell’accordo quadro, approvato dal Cda dell’Istituto e operativo in sette regioni italiane, in una rete di sostegno mirato e concreto alle fasce più bisognose della popolazione. Ha ricordato che il protocollo risponde ai principi espressi dall’Art. 3 della Costituzione, perché contribuisce a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono l’esercizio dei diritti da parte di coloro che vivono in situazioni di povertà. “L’Inps ha ragione d’essere se si occupa delle persone, se è un Istituto per tutti – ha commentato Pasquale Tridico, Presidente Inps – Obiettivo del progetto Inps per tutti è dunque raggiungere chi è ai margini della società, le persone meno scolarizzate o senza i mezzi per accedere agli strumenti di assistenza messi a disposizione dalla Repubblica Italiana, in quanto loro diritto. E laddove, come Istituto, non riusciamo per diversi motivi a entrare in contatto con i soggetti più ai margini, ecco che diventa determinante l’alleanza con coloro che conoscono e toccano con mano queste marginalità. Una collaborazione essenziale che, attraverso l’accordo firmato oggi per il Lazio con Caritas, Comunità di Sant’Egidio e Anci Lazio, deve metter in moto effetti che si dispieghino concretamente giorno per giorno, per sottrarre anche solo poche persone dal baratro della disperazione. Non siamo interessati a un impatto massivo ma alla qualità dell’intervento su chi ne ha bisogno, sulla base dei diritti, perché questo è il vero servizio istituzionale al Paese”.

Don Benoni Ambarus, Vescovo Ausiliario di Roma con delega alla Carità ed alla Pastorale dei migranti, ha proseguito ricordando che il primo protocollo d’intesa, del 2019, è stato un gesto anticipatore e profetico, poiché non si aveva ancora idea di cosa sarebbe successo di lì a poco. La pandemia ha mostrato l’importanza della collaborazione tra gli Enti per aiutare i deboli, coloro che sono privi di mezzi economici e coloro che sono incapaci di accedere ai propri diritti. La connessione tra enti del terzo settore ed istituzioni consente di creare una rete capillare in grado di aiutare i cittadini a conoscere le prestazioni a loro destinate. L’obiettivo è porsi come fattore di coesione sociale e facilitatore nei rapporti, per sostenere la stabilità attraverso la sussidiarietà.
La Delegata Anci per le politiche sociali, Lina Novelli, si è soffermata sul ruolo dei Comuni, in prima linea nel contrastare gli affetti negativi della pandemia sulla popolazione, soprattutto quella più fragile: i sindaci hanno cercato di rispondere alle esigenze di cittadini e piccoli imprenditori, grazie a strumenti quali i buoni spesa, il Reddito di emergenza e le risorse destinate al pagamento delle utenze. Il Protocollo d’intesa è stato accolto in modo positivo, perché consente di mettere in rete l’impegno per dare risposte concrete alle istanze dei cittadini, a cui in precedenza non si poteva essere d’aiuto. Il principio di sussidiarietà è etico e morale. Giustino Trincia, Direttore Caritas Roma, ha messo in evidenza come il primo protocollo del 2019, sebbene troncato dopo poco tempo dal sopraggiungere dell’emergenza pandemica, sia stato un germe per manifestare la volontà di aiutare le persone in difficoltà nell’accedere alle prestazioni. Nel 2020 sono state 22.000 le persone in cerca d’aiuto che si sono rivolte alle parrocchie. Caritas ha stilato per questo il Manuale operativo dei diritti, con l’elenco delle misure a sostegno della povertà. Sono state formate 713 persone, diventate tutor all’interno delle comunità parrocchiali e sul territorio. Caritas ha inoltre creato un osservatorio sui diritti. Inps per tutti potenzia questo percorso, nella speranza che, oltre a facilitare l’accesso ai servizi, faccia arrivare alle istituzioni le reali necessità di chi versa in stato di bisogno.

Nicoletta Anastasio, Referente Caritas di Frosinone, ha ricordato che i rapporti con Inps, semplificati grazie al Protocollo d’Intesa, hanno reso possibile l’intervento a favore di soggetti spesso poco scolarizzati che hanno difficoltà anche ad approcciarsi ai nuovi mezzi tecnologici e ad utilizzare lo SPID. Fra gli obiettivi futuri c’è quello di reperire alloggi per donne e minori vittime di violenza domestica e di fare in modo che questi cittadini abbiamo accesso al Reddito di libertà. In questo modo la semplice carità può diventare “carità politica”. Bruno Izzi, Referente della Comunità di Sant’Egidio, ha ringraziato i vertici dell’Istituto e i suoi lavoratori per la lungimiranza che hanno dimostrato nel supportare il Progetto. Inps e Comuni sono architrave dei valori sociali fondanti e le nuove prestazioni come il Reddito di cittadinanza e la Pensione di cittadinanza hanno consentito a molte persone di poter lasciare la vita di strada e di trovare un alloggio stabile. Le persone fragili possono trovare purtroppo sul loro percorso anche zone grigie di intermediazione, con l’Inps questo non può accadere. Sergio Saltalamacchia, Direttore di Coordinamento Metropolitano di Roma, ha evidenziato la differenza fra il sistema di welfare italiano e quello di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, dove si investe meno per l’assistenza e la previdenza e di più sui mezzi di coercizione, con effetti disastrosi sulla società civile. Il sistema, di cui Inps è colonna portante è apprezzato e riconosciuto da tecnici ed economisti di tutto il mondo. Nel procedere su questa strada l’obiettivo sarà sempre di più quello di lavorare in rete. In chiusura dei lavori, Gabriella Di Michele, Direttrice generale Inps, ha ricordato che quando Inps per tutti era un progetto ancora embrionale la fame non mordeva ancora: successivamente siamo giunti ad una importante presa di coscienza de fatto che la burocrazia, vista nella sua accezione più positiva, raggiunge livelli altissimi di efficacia quando è affiancata da enti e associazioni che conoscono meglio la realtà dei territori in cui operano. Solo insieme si può raggiungere l’obiettivo.
Ha moderato l’incontro Alessandro Casile, Responsabile della Comunicazione esterna Inps.

Foto: RietiLife ©

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