La Polizia di Stato festeggia il suo patrono: San Michele Arcangelo. Mercoledì la messa per la ricorrenza

Mercoledì 29 settembre 2021, alle ore 11.00, presso la Chiesa di San Michele Arcangelo di Rieti, sita in Piazza Cavour, si terrà una Santa Messa in occasione della Festa di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato, celebrata da S.E. il Vescovo della Diocesi Suburbicaria di Poggio Mirteto, Mons. Ernesto Mandara con la collaborazione del Cappellano Provinciale della Polizia di Stato Don Fabrizio Borrello. Alla funzione religiosa parteciperanno il Prefetto e le altre autorità civili, politiche, religiose e militari della Provincia di Rieti, mentre all’esterno della Chiesa sarà posizionato uno schieramento di mezzi e personale della Questura di Rieti e della Sezione della Polizia Stradale di Rieti.

Si comunica che, in relazione all’emergenza coronavirus l’ingresso alla Chiesa di San Michele Arcangelo verrà contingentato fino al raggiungimento della capienza massima prevista per tale luogo. Nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono della Polizia di Stato il Questore di Rieti, Maria Luisa Di Lorenzo, ha reso omaggio a San Michele Arcangelo nel corso di una breve cerimonia tenutasi presso il santuario-eremo sito nell’omonima grotta situata nel Comune di Monte San Giovanni in Sabina (RI), alle pendici del Monte Tancia. Durante la cerimonia, avvenuta alla presenza del sindaco di Monte San Giovanni in Sabina, Salvatore Mei e del locale parroco, Don Valerio Shango, il Questore di Rieti, accompagnato da una rappresentanza della Polizia di Stato in servizio nella provincia di Rieti, ha inaugurato una targa commemorativa e deposto un omaggio floreale all’interno della grotta mentre, all’esterno, il personale specializzato del Posto di Polizia del Terminillo, abilitato al soccorso in montagna, ha installato, sulla alta parete rocciosa, una gigantografia del San Michele Arcangelo dipinto dal Guido Reni.

La leggenda racconta che la grotta, in passato dedicata alla Dea Vacuna, divinità Sabina delle acque e dei boschi, ed oggi meta di numerosi turisti che la raggiungono attraverso un sentiero montano che si inerpica fino ad una maestosa parte rocciosa, era rifugio di un drago che aveva devastato la zona montana prima di essere sconfitto da due angeli, accompagnati da fulmini, notati da Papa Silvestro (314-355 d.c.) mentre era in preghiera sul Monte Soratte, scendere dal cielo verso la grotta che, per tale motivo, fu consacrata dallo stesso Pontefice a San Michele Arcangelo.
All’interno della grotta, dove sono anche presenti concrezioni calcaree che hanno formato stalattiti e stalagmiti, al lato dell’altare, risplende un affresco che ritrae San Michele Arcangelo nella sua dorata armatura, mentre sconfigge il drago, simbolo del male.

Foto: Polizia di Stato ©

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