Studenti iscritti alla Sabina Universitas bloccati in Afghanistan: “Aiutateci a tornare, qui è un inferno”

(di Giacomo Pasquetti) Da giorni e giorni studenti e studentesse dell’Università La Sapienza sono bloccati in Afghanistan, rischiano la vita e si vedono negata la possibilità di tornare in Italia, proseguire gli studi e le loro vite. Alcuni di loro sono iscritti al corso di Ingegneria per l’Ambiente e l’Edilizia Sostenibile della Sabina Universitas di Rieti, un corso direttamente gestito dalla Sapienza di Roma. Le loro parole, i loro messaggi e i loro appelli sono stati raccolti e condivisi per sensibilizzare e poter dare una possibilità ai giovanissimi.

La stessa università sta cercando di far arrivare aiuti ai suoi studenti: all’attivo sia la ricerca di sponsor per sostenere le spese, sia quella di alloggi dove accogliere i giovani. Fra loro ragazze incinte, altre con neonati. Ma anche familiari e tante persone fragili cercano una fune di salvezza. Di seguito alcuni dei messaggi che potete trovare sui social con l’hashtag #sapienzaforafghanistan.

Non riesco più a mangiare e la preoccupazione per il futuro non mi lascia un attimo di serenità. La strade della mia città sono vuote e fredde, tutte le ragazze sono scappate o hanno paura di uscire di casa, siamo tutte preoccupate ma aspettiamo un miracolo che ci aiuti almeno a lasciare questo pericoloso paese. Mi chiedevo se ci sarà qualcuno che possa leggere queste righe e aiutarci a uscire da questa città sofferente, prima che ci seppelliscano con tutti i nostri sogni“, scrive un ragazzo.

In un altro post è possibile leggere: “Chiediamo al governo italiano e alla comunità internazionale di collaborare con noi studenti dell’Afghanistan, un gruppo sociale vulnerabile in questo paese martoriato. Abbiamo urgente bisogno di aiuto per salvare le nostre vita da questa situazione di immediato pericolo. Abbiamo bisogno di speranza per continuare a vivere“.
La nostra Redazione coglie l’occasione per esprimere la sua vicinanza alla popolazione Afgana e  augura la massima diffusione di questa iniziativa.

Foto: AP via web ©

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