Un anno fa la zona rossa di Contigliano. Lancia: “Ne uscimmo migliori e maturi grazie alla nostra gente” | VIDEO

(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) I jersey in cemento sulle strade, i check point dell’Esercito. Paura e speranza. Un anno fa, 30 marzo 2020, Contigliano iniziava le sue due settimane in zona rossa. “Forse la più breve d’Italia, un caso-scuola per come venne gestito” dice oggi il sindaco Paolo Lancia, che in neanche un anno di amministrazione, si ritrovò a gestire qualcosa di enorme”.

“Raggiungemmo in quel periodo un picco di 150 positivi in paese. 90 dei quali dentro l’Alcim” aggiunge Lancia. Il focolaio nell’ex Casa dei Ragazzi gettò il paese nel buio. Anziani e operatori contagiati, il simbolo della prima ondata Covid: una situazione fronteggiata con l’istituzione di un Covid hospital. “A differenza di Nerola, dove ci furono i trasferimenti – dice Lancia – noi abbiamo curato dentro la struttura. Una scommessa vinta di cui va dato merito al dg Asl Marinella D’Innocenzo. È andata oltre il ruolo, una responsabilità enorme. E la Regione è stata sempre presente”.

Seguì una campagna tamponi mostruosa tra centro pastorale (con lo Spallanzani) e piazzale degli Eroi. “Merito anche di volontariato e Amministrazione che, compatta e oltre ogni schieramento, ha risposto all’emergenza. E alla popolazione. Ne siamo usciti più maturi grazie alla nostra gente” dice Lancia. Il sindaco non vuole parlare di decessi. Ma non per nascondere: “Aspettiamo che sia finita per tirare le somme, non ci sono dati ufficiali. E, sì, un po’ mi fa paura. Il report Istat per il periodo gennaio-settembre 2020 disse che c’era stato un calo del 23%. In termini di contagio penso che un 10% dei contiglianesi sia stato coinvolto”, circa 300 persone.

Contigliano piange le sue vittime – a partire dalla prima, la 69enne Carla Grossi, vinta dal Covid dopo tanti giorni di lotta – e ha un legame solido con chi ogni giorno è in prima linea contro il virus; la numero uno della Terapia Intensiva del De Lellis, Alessandra Ferretti, è contiglianese. “A lei diciamo grazie a nome di tutti, è una delle tante professionalità che sono sul fronte – ribadisce Lancia – così come gli eroici operatori sanitari nelle case di riposo e i nostri medici di famiglia. È grazie alle dottoresse Paola Troiani e Patrizia Gandolfo se Contigliano e Cittaducale si sono unite per vaccinare la popolazione. E il dottor Giuseppe La Grotteria ha creato questo asse con Cantalice”. La zona rossa è un ricordo che non si cancella: mercoledì mattina verranno piantati nel cortile della scuola Malfatti due ulivi. In memoria delle vittime del virus.

Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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