Focolaio in una casa di cura, 24 positivi tra anziani e operatori: “Siamo abbandonati, non sappiamo cosa fare” | LA LETTERA

(r.l.) Non si fermano i focolai covid nel Reatino. Colpita ancora una casa di cura per anziani in Sabina (nella foto). A quanto risulta a RietiLife, 14 anziani e 10 dipendenti (che si trovano a casa) sono positivi al coronavirus.

La direttrice della struttura a RietiLife dice: “Non ho operatori che assistono gli anziani, io stessa sono positiva e non sappiamo cosa fare, la Asl non può aiutarmi in quanto struttura privata. Sono tre giorni che c’è questa criticità, le persone manifestano sintomi sempre più gravi e per alcuni è stato richiesto l’intervento del 118. Al momento sono stati chiamati Carabinieri e Polizia e aspettiamo un loro intervento. Nessuna istituzione ha provveduto a mandare presso la struttura un’unità di supporto medico-infermieristica”.

LA LETTERA DALLA CASA DI CURA

Temevamo tutti che questo giorno potesse arrivare e, nonostante l’attenzione e l’impegno utilizzati, non siamo riusciti a tenere lontano il Covid. Questa è la storia di una grande famiglia, dove i più bisognosi non si lasciano mai indietro, dove si tende sempre la mano a chi è in difficoltà e dove nessuno viene lasciato solo. Siamo una piccola comunità alloggio per anziani nel reatino, abbiamo respinto per quasi un anno questo terribile virus, nonostante le risorse limitate e la caccia alle streghe delle istituzioni, preoccupate di trovare un colpevole che possa scagionarle dalla loro inefficienza. Ci siamo chiesti cosa sia andato storto. Abbiamo chiuso le porte della nostra comunità alloggio per anziani a parenti e visitatori da Marzo 2020, tutelando sin da subito la sfera emotiva dei nostri ospiti, mettendoli in contatto con i loro cari tramite videochiamate; abbiamo provveduto a fornire ai nostri dipendenti tutti i dispositivi necessari per garantire la loro incolumità e quella dei nostri nonni, nonostante fosse impossibile , come varie volte segnalato agli organi competenti, reperire guanti e mascherine e, i pochi articoli disponibili, venivano venduti a prezzi esorbitanti. Abbiamo adattato l’organico della struttura alle esigenze che questo delicato momento storico impone, monitorato giornalmente le condizioni di salute degli ospiti e degli operatori, facendo sacrifici enormi per garantire a tutti sicurezza e rassicurazione. Siamo stati sottoposti a svariati controlli degli organi competenti, accolti da parte nostra con un grande spirito di cooperazione e con il pensiero che, in questo momento di crisi sanitaria mondiale, ci aiutassero e consigliassero per la realizzazione di quello che tutti noi credevamo il fine comune: la salvaguardia degli anziani, messi già a dura prova da questo difficile momento di isolamento familiare. Con grande rammarico non è stato così. Siamo stati vessati su aspetti formali come ad esempio, la rilegatura di un registro, costretti a impegnare molto tempo e risorse per l’adempimento di pratiche burocratiche, parte delle quali finalizzate a “discolpare” da eventuali nefasti avvenimenti le istituzioni, che non sempre sono state un esempio da seguire nella gestione della pandemia e nella salvaguardia delle categorie a rischio. Nonostante tutto questo, come testimoniato dalle autorità competenti, i nostri nonni sono stati trovati in salute, ma soprattutto felici.

É stato proprio in questo momento che abbiamo capito: non importa, almeno adesso, rimuginare su ciò che avremmo potuto fare in più nel passato, ma continuare a impegnarci con amore e dedizione per far sì che i nostri nonni rimangano sereni, nonostante tutto. Da qualche giorno la maggior parte degli ospiti e degli operatori della nostra comunità alloggio per anziani è risultata positiva al Covid- 19. Alcuni ospiti, come constatato dai MMG, sono asintomatici, altri, invece, presentano sintomi di lieve entità e sono stati sottoposti alle cure prescritte. Le istituzioni vietano che i pazienti positivi al Covid, monitorati costantemente dai dottori, vengano assistiti dagli operatori asintomatici, disposti, per amore e dedizione ad accudirei nonni. Il loro intento è di trasferirli altrove, causando un ulteriore stress fisico ed emotivo ai pazienti, già provati dalla situazione in corso. È notizia diffusa che negli ospedali il personale asintomatico può assistere i pazienti Covid, dunque rimane difficile accettare che alla nostra comunità alloggio per anziani venga negata la stessa possibilità. La cosa probabilmente più assurda è pensare di trasferire circa venti pazienti , attualmente stabili e senza alcun tipo di problematica grave, in un’altra struttura, contribuendo così ad aggravare non solo la loro condizione fisica, ma anche quella emotiva. Persone costrette da quasi un anno a stare lontano dai loro cari, che vengono all’improvviso portate via da quella che ormai è la loro casa e private di coloro che per mesi li hanno assistiti, diventando un po’ la loro famiglia. Noi stiamo combattendo per rimanere al loro fianco, ma da soli non ci riusciremo, aiutateci a non lasciarli soli.

#NoiNonLiLasciamoSoli

Foto: RietiLife ©

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