“Loculi pagati due volte? Il Comune chiarisca”: la domanda di Mezzetti

“Loculi pagati ingiustamente due volte? Cecità dei dirigenti dell’amministrazione pubblica oppure incompetenza?
La vicenda merita chiarezza. Ma la Giunta Cicchetti evita di farla. La prova sta nella mancata risposta all’interrogazione che ho presentato in consiglio comunale lo scorso 19 marzo e a cui non ho ancora avuto risposta”. Lo dice Alessandro Mezzetti, capogruppo del Pd in Consiglio Comunale.
“Il documento che ho presentato – ricorda Mezzetti – riguarda un caso accaduto in un cimitero di una frazione. Era il 1960 quando nel camposanto in questione una persona acquista un loculo per la tumulazione di un parente. Passano gli anni e un altro lutto colpisce la famiglia, che decide così di seppellire il defunto nello stesso posto acquistato anni prima. Il tutto con il consenso del Comune, che ordina dettagliatamente le procedure di legge da seguire. Regole seguite alla lettera dalla famiglia. E fin qui tutto sembra filare liscio. Ma poi gli uffici del Comune intimano alla famiglia di procedere immediatamente al pagamento del loculo, come se non fosse già di loro proprietà. Più di mille euro, oltre le spese già sostenute per le spese precedenti di traslazione e riduzione. Ma a monte di tutto va  ricordato che la durata della concessione è di novantanove anni e quindi un pagamento ulteriore sembra a tutti gli effetti  ingiustificato”.
Nell’interrogazione – aggiunge il capogruppo del Pd – ho chiesto al Sindaco di fare chiarezza sulla vicenda perché questo caso non rientra tra le nuove concessioni, così come non rientrano altri casi che sembrerebbe si siano verificati sempre nel nostro territorio, con modalità pressoché identiche”.
“C’è molto da chiarire – conclude Mezzetti – perché sarebbe un comportamento barbaro lucrare in modo cieco e stolto sui lutti e sulle sepolture. C’è da verificare poi se i dirigenti degli uffici comunali siano ancora in grado di ricoprire questi ruoli così delicati. C’è da fare chiarezza, ma dal Comune sembra ci sia poca voglia di trasparenza”.
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