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(di Matteo Dionisi) Il numero 10 nel mondo dello sport è riservato a pochi giocatori. Lo indossa chi ha la capacità di incantare con le sue giocate, chi ti fa innamorare semplicemente per come tocca la palla e perchè in fin dei conti, il numero 10 è come se fosse un supereroe.
Nel calcio c’è Messi o Dybala, argentini, quelli con più fantasia, ma anche nel basket – con la stessa nazionalità dei primi due citati – c’è qualcuno che è capace di prendersi la propria squadra sopra le spalle e trascinarla verso la vittoria. Chi è? Juan Marcos Casini, guardia della Real Sebastiani. Un cestista navigato nel campionato italiano, con esperienze a Jesi (ci ha vinto il campionato in A2 nella stagione 2003/4), Pistoia, Scafati, Ferentino, Casal Monferrato, Ravenna, Recanati e Npc.
In questa stagione, alla soglia dei suoi primi 40 anni, ha deciso di tornare in questa città che gli ha riservato amore, riconoscenza e passione, per rimettersi in gioco con un progetto ambizioso, importante, e chiudere in bellezza la sua carriera. Casini vuole giocare ancora, al ritiro non ci pensa – “Voglio giocare all’infinito” – ci ha confessato, ma già studia da coach. A RietiLife ha raccontato questi suoi primi mesi in amarantoceleste e del suo futuro.
Casini cosa l’ha spinta a tornare a Rieti?
“La prima cosa che mi ha spinto a tornare è la passione che la gente e questa città ha per il basket. Sono tornato anche per rivivere le emozioni che ho vissuto per tre anni qui e ovviamente per questo nuovo progetto. C’è l’occasione di poter giocare ai vertici della Serie B: questi due fattori hanno inciso per me, e la mia famiglia, di tornare a Rieti”.
La stagione della Real Sebastiani è iniziata da poco con la Supercoppa: che sensazioni ha?
“Le sensazioni sono buone. Abbiamo una grande squadra con giocatori che sanno giocare a pallacanestro. Dobbiamo trovare ancora un pò di chimica di squadra, ma è normale perchè siamo un gruppo nuovo. Io ho sensazioni buone, possiamo andare lontano”.
La società è molto ambiziosa. Oltre a tornare subito in A2, vuole vincere la competizione che state affrontando ora. Ce la potete fare?
“Noi dobbiamo ragionare partita dopo partita. È normale che una società ambiziosa voglia giocare ogni competizione per vincerla. Non nego che la Supercoppa per noi è un obiettivo, vogliamo giocarla e arrivare fino in fondo, ma questo solo il campo lo dirà. Noi la affronteremo nel migliore dei modi”.
Lei ha molta esperienza nel campionato italiano, ha avuto anche molti coach importanti: cosa pensi di Righetti, che tra l’altro è stato un grande giocatore?
“Con il coach c’è un buon rapporto. Ha il vantaggio di essere un ex giocatore e sa cosa significa e cosa vogliono adesso i giocatori per dare il meglio. Lui sta facendo molto bene, è molto preparato e ogni partita per lui è tutta esperienza. Secondo me come allenatore farà strada”.
Ha vestito anche la maglia della Npc in passato. I tifosi secondo lei l’hanno presa come un tradimento?
“Mi sono posto questa domanda, ma quando mi sono trovato di fronte i tifosi nessuno mi ha fatto pagare questa scelta: mi hanno fatto un grande imbocca al lupo. Penso che il tradimento sia non accettare un nuovo progetto, una proposta. Non ho tradito nessuno in questo caso, sono stato felice di tornare e ritrovare anche vecchie conoscenze”.
Per quanti anni ancora vorrebbe giocare e essere protagonista?
“Finché testa e corpo lo permettono continuerei all’infinito. Ad oggi però non mi pongo limiti, so che arriverà automaticamente il ritiro da giocatore: per ora mi preparo al meglio per scendere in campo. Voglio godermi questo anno e poi vediamo”.
Come sarà il futuro di Casini? La carriera da allenatore rientra nei suoi progetti?
“Ho iniziato già il percorso, però per ora siamo fermi a causa del Covid. Ci hanno sospeso questo cammino per diventare coach, mi mancano ancora un pò di anni. Sto imparando e studiano piano piano, sarebbe davvero bella come esperienza”.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©
