Costini (Area): “Letizia Rosati aggredita violentemente, combattiamo per la libertà di espressione”

Pubblichiamo la nota di Area a firma di Chicco Costini in merito alla “vicenda Rosati” (leggi) (leggi 1) (leggi 2) (leggi 3).

“In questi giorni ci è capitato di leggere un comunicato nel quale venivamo informati che ‘Più di 300 firme sono state raccolte in un pomeriggio, anche fuori provincia e fuori regione, da allegare alla lettera che verrà inviata al MIUR’ – scrive Costini – Lettera dove cittadine e cittadini comuni chiedono provvedimenti in merito alle dichiarazioni rilasciate dalla consigliera e docente al Liceo Artistico Letizia Rosati. Verrebbe da rispondere semplicemente, E allora? 300 persone non rappresenterebbero nulla rispetto alla popolazione della nostra provincia, 140000 abitanti, ancor meno se raccolte a livello nazionale. Una minoranza risibile, a fronte di una stragrande maggioranza che quantomeno se ne frega di quanto avvenuto. Eppure questo esiguo drappello,rinforzato da influencer nazionali del calibro della Cirinnà, Murgia, Selvaggia Lucarelli hanno la pretesa di poter decidere per tutti. Ed è qui che la faccenda va ben oltre le dichiarazioni della professoressa Rosati (alla quale va la nostra piena solidarietà per la violenta aggressione di cui è vittima in questi giorni), si apre una questione di interesse generale ed estremamente importante, quella della libertà di opinione, della possibilità di poter esprimere posizioni non conformi al pensiero unico dominante”.

Costini aggiunge: “In nome di chi e di che cosa 300 persone chiedono provvedimenti nei confronti dell’insegnante? Ha violato delle leggi? La si denunci, e sia la magistratura ad esprimersi. Ma onestamente mi sembra difficile comprendere quale sia il reato: la professoressa Rosati non ha minacciato di morte dei poliziotti, non ha tirato bombe carta contro i carabinieri, non ha invitato i suoi studenti a drogarsi o non è stata fermata imbottita di sostanze stupefacenti, ha espresso una sua opinione. Ha manifestato da libera cittadina la sua preoccupazione che certe manifestazioni, organizzate da associazioni che si arrogano il diritto di rappresentare un tutto che non rappresentano oggettivamente, possano veicolare messaggi utili a sdoganare pericolosi modelli valoriali, che Lei (e tanti altri) considerano incompatibili con la nostra civiltà. Affermazioni con le quali si può o meno concordare, affermazioni che si possono legittimamente confutare e ritenere sbagliate, ma che nessuno dovrebbe poter censurare. La democrazia, quella reale, non prevede la censura a seguito di segnalazione, non siamo su un social, dove un imprenditore privato a seguito di qualche centinaio di eroici leoni da tastiera, in nome della sua politica aziendale, può decidere di cancellare opinioni, profili e storie di persone che non si adeguino alla visione imposta. No nella realtà, quella fatta di persone vere e concrete, fino a che non si viola legge nessuno dovrebbe avere il potere di decidere quello che si può o meno dire, nessuna opinione dovrebbe essere censurata a priori”.

“La politica è confronto di idee, visioni del mondo alternative. Perché se questo non avviene diventa totalitarismo. Ed è quello che qualcuno a Rieti, e più in generale in Italia vorrebbe. Un totalitarismo democratico, in cui una minoranza organizzata, ben inserita nella stampa, nella cultura, nello spettacolo stabilisce arbitrariamente cosa si può dire e pensare, e cosa sia vietato. E questo è inaccettabile. I nuovi partigiani, come amano definirsi, dovrebbero sapere che se si vuole imporre le proprie visioni del mondo, le proprie regole quantomeno bisogna vincere le elezioni, dichiarando fin dall’inizio cosa si pensa e cosa si vuole fare, oppure bisogna vincere una guerra. Non lo si può fare organizzando una nuova inquisizione, in cui qualcuno si autoproclama giudice e censore, stabilendo i confini di quanto è giusto o meno, al di là della volontà del resto del popolo. Noi crediamo che che la pratica dell’utero in affitto sia una pratica criminale ed indegna, crediamo che chi afferma che “la pederastia …. rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega ” o che ” I bambini, possono però “liberarsi” e trovare la realizzazione della loro “perversità poliforme” grazie anche ai pedofili, specie se omosessuali” (M.Mieli, attivista LGBT a cui è intitolato la più importante associazione romana) dica qualcosa di inaccettabile, e abbiamo il diritto di affermarlo, senza essere per questo accusati di rappresentare il male assoluto, essere cacciati dal nostro posto di lavoro, essere additati come il nemico da cancellare. La storia di Area Rieti è da sempre quella di chi, posizionandosi sulla trincea considerata sbagliata dai più, ha sempre combattuto per la propria libertà di espressione. Ed oggi come ieri saremo in campo per combattere questa battaglia” conclude Chicco Costini.

Foto: RietiLife ©

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