Fai, Orvinio tra “I Luoghi del Cuore”: si può votare fino al 30 novembre

Chiese, castelli, siti archeologici, aree naturalistiche e palazzi storici, ma anche “curiosità” come un caffè liberty che rischia di scomparire a Trieste, una strada che circonda un braccio di mare a Taranto, un museo a cielo aperto, importante esempio di arte pubblica e sociale a Ulassai (NU). Sono questi alcuni esempi dei beni più votati finora alla nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo: siti speciali, legati alla nostra identità e alla nostra memoria, che versano in stato di degrado o di abbandono e che vorremmo salvare e proteggere, agendo concretamente per il loro recupero, la loro tutela e la loro valorizzazione.

A quasi due mesi dal lancio dell’iniziativa, il traguardo di quasi 300.000 voti ricevuti per più di 20.000 “luoghi del cuore” in tutta Italia dimostra che, sempre di più, i cittadini considerano il censimento del FAI uno strumento efficace per dar seguito all’impegno di offrire un futuro ai luoghi che amano. L’affetto per un bene bisognoso di cure o l’urgenza di salvaguardare la sua integrità sono le ragioni che principalmente spingono a votare: non solo firme cartacee, ma soprattutto voti online che, in questa prima fase di censimento, hanno superato i 230.000 con un aumento del 75% rispetto ai voti raccolti nello stesso periodo nel 2016. La regione più attiva è al momento la Puglia, in particolare la provincia di Taranto con 2 luoghi nei primi 10 classificati, seguita da Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna.

 

Sempre ampia e appassionata la partecipazione dei gruppi che si mobilitano per raccogliere voti a sostegno delle realtà a loro più care, associazioni nate a favore di singoli luoghi, ma anche Comuni, Parrocchie e Pro Loco che hanno deciso di attivarsi per il censimento, spesso creando reti di partner per sostenere necessità di recupero o valorizzazione di beni del territorio. Finora 160 comitati si sono registrati sul sito www.iluoghidelcuore.it, molti dei quali creati addirittura prima dell’inizio del censimento: un segno di quanto, dopo otto edizioni e 92 interventi promossi dal 2003, il progetto “I Luoghi del Cuore” sia conosciuto e atteso e i comitati vogliano trovarsi pronti “ai blocchi di partenza” per raggiungere il maggior numero di voti. L’obiettivo che stimola a partecipare all’iniziativa con tanto entusiasmo non è solo la realizzazione di un intervento diretto sulla base di specifici progetti d’azione previsto per i primi tre classificati a cui verranno destinati rispettivamente 50mila, 40mila e 30mila euro ma soprattutto la visibilità ottenuta dai luoghi votati durante il censimento, che può portare alla nascita di collaborazioni virtuose tra società civile e istituzioni e trainare lo stanziamento di altri contributi preziosi. Inoltre, i luoghi che riceveranno almeno 2.000 voti potranno presentare una richiesta per un intervento da parte di FAI e Intesa Sanpaolo, secondo le linee guida che verranno diffuse nel 2019 dopo l’annuncio dei risultati e sulla base delle quali verranno selezionati i beneficiari di altri contributi economici fino a 30mila euro.

 

A oggi ecco i luoghi in Lazio ai primi posti della classifica provvisoria (classifica completa su www.iluoghidelcuore.it):

 

Con le sue ciclopiche mura, l’Acropoli di Alatri (FR), di epoca preromana, rappresenta uno tra i più grandiosi e meglio conservati complessi del genere presenti in Italia. L’ardita struttura di contenimento, caratterizzata da possenti muraglie poligonali, realizzate con enormi pietre posate senza l’uso di malta, racchiude una vasta area sopraelevata, di ben 19.000 mq, posta al centro dell’abitato cittadino. Vi sorgono la concattedrale di San Paolo e il vescovado. La cinta dell’acropoli presenta cinque porte, di cui due ben conservate: la Porta Maggiore e la Porta Minore. Lungo il pendio che si sviluppa al di sotto del lato settentrionale si trovano i resti di un portico, risalente alla seconda metà del II secolo a.C. Il bene è aperta al pubblico e le mura sono in buono stato di conservazione, anche se ricoperte in alcuni punti da piante e deturpate da scritte. Il comitato, nato sui social network in occasione del censimento, ne auspica in particolare valorizzazione e promozione.

 

Numerosi voti anche per il Calidarium di Acque Tauri a Civitavecchia (RM), la parte delle terme romane destinata ai bagni in acqua calda e ai bagni di vapore, situato sul “Poggio della Ficoncella”, nel Municipio romano di Acque Tauri, caratterizzato da fenomeni idrotermali tuttora attivi. Viste le sue peculiarità, si ipotizza una frequentazione dell’area già dall’epoca preistorica ed etrusca, mentre delle terme romane, di cui oggi è ancora possibile scorgere la grande vasca ellittica modellata nel travertino, si trova una citazione nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio nel 74 d.C. L’origine del nome risale forse al collegamento con l’immagine della divinità etrusca di Acheloo, rappresentata da un toro androprosopo, che i romani conquistatori dell’Etruria assimilarono alla figura della propria divinità di Giove taurino. L’abbandono delle terme risale al 107 d.C. con la progettazione del complesso imperiale, voluto dall’imperatore Traiano. Solo in seguito a una pulitura dell’area nel 2015-2016, sono emersi il fondo del calidarium e il sistema di distribuzione idrica, mai documentati in precedenza. Dal luglio 2017 è iniziata una campagna di scavi diretta dall’Università di Bologna che verte a uno studio sistematico del sito. Il comitato “Società Civica Civitavecchiese”, insieme a università e istituzioni, promuove la raccolta voti per sensibilizzare sul bisogno di restauri.

 

Molte segnalazioni giungono al FAI anche a sostegno della Città di Orvinio (RI), inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”. Orvinio, con i suoi 400 abitanti, sorge a 840 metri di altitudine su un colle che domina la piccola valle di Pezze Santino, nel Parco naturale regionale dei Monti Lucretili. Appartenuto per secoli all’abbazia benedettina di Santa Maria del Piano – i cui ruderi si trovano sul fondovalle – divenne nel Cinquecento feudo degli Orsini, poi dei Muti e dal 1623 ducato assegnato ai Borghese, per tornare sotto lo Stato Pontificio nel XIX secolo. Vi sorgono diversi edifici cinquecenteschi, dalla chiesetta della Madonna dei Raccomandati, che custodisce affreschi di Vincenzo Manenti (1600-1674), nativo di Orvinio, all’imponente castello Malvezzi Campeggi. Il comitato che ne promuove la votazione, cui partecipano tutte le realtà locali, a cominciare dallo stesso Comune, vuole renderlo più noto e valorizzato.

 

Ancora, tra i luoghi in Lazio che stanno ottenendo un gran numero di voti il Parco e casale della Cervelletta a Roma, un complesso fortificato arroccato su una rupe tufacea a controllo delle antiche vie Collatina e Prenestina, all’interno della riserva naturale della valle dell’Aniene, con l’alta torre del XII secolo circondata da massicci corpi di fabbrica. La tenuta della Cervelletta era un vasto fondo medievale di proprietà ecclesiastica. Nel XVI secolo il fondo venne rilevato dalla famiglia Sforza che lo tenne sino al 1628, quando venne acquistato dal cardinale Scipione Borghese, al quale si deve la trasformazione del casale in elegante residenza di campagna. È in questo periodo che la tenuta compare nel catasto con il nome di Casale della Cervelletta, che sembra derivare dal latino acervus (cumulo) derivante dagli imponenti cumuli di tufo che si creavano nelle vicine cave romane. Nel 1835 la proprietà passa alla famiglia Salviati, che procedette alla bonifica del territorio circostante. Il complesso oggi si presenta come una struttura composita: da sistema fortificato a centro direzionale di una vasta tenuta agricola e ancora a dimora signorile. Oggi di proprietà del Comune di Roma, il casale è chiuso a causa dei possibili crolli. Il Comitato “Per la salvaguardia del casale della Cervelletta” è nato per tutelarlo e salvaguardarlo, affinché la comunità possa riappropriarsi di un luogo che è testimonianza della storia del territorio.

 

Molto segnalata, infine, la Piana Civita ad Artena (RM), la punta più avanzata del sistema dei Monti Lepini a circa 40 Km da Roma. Qui si trovano ancora resti di mura poligonali, opere di terrazzamenti e altre strutture, parte di un grande complesso urbano del IV-III secolo a.C. Il luogo era già frequentato nel VI secolo a.C. come fanno ipotizzare alcuni resti di ceramica raccolti in loco. Non sono stati ritrovati resti di età imperiale, perciò si pensa a un abbandono della città alla fine della repubblica. L’elemento più evidente dei ritrovamenti è l’insieme delle opere idrauliche realizzate per immagazzinare e distribuire l’acqua in tutta la città. Il comitato, che promuove la valorizzazione di questo luogo attraverso visite guidate e progetti con le scuole, auspica che possano essere messe in atto opere di manutenzione e consolidamento.

 

Tra i primi classificati provvisori a livello nazionale, si trovano diversi luoghi d’acqua ai quali, per la prima volta quest’anno, è dedicata una classifica speciale, in accordo con la campagna #salvalacqua che nel 2018 il FAI promuove attraverso iniziative volte ad aumentare la sensibilità dei cittadini sul valore di questa preziosa risorsa. Vi rientrano fiumi e laghi, che attendono attività di bonifica o di valorizzazione, ma anche opifici storici e terme antiche e moderne per citare solo alcuni esempi. Una varietà che ci ricorda non soltanto la grande diffusione di questo elemento prezioso, ma la multiformità dei suoi utilizzi da parte dell’uomo, che l’hanno reso in molti casi parte integrante di paesaggi storici.

Inoltre, sono moltissimi i luoghi che si affacciano per la prima volta alle posizioni più alte del censimento ma si conferma anche la riattivazione, come già successo nella scorsa edizione, a favore di beni già segnalati in precedenza. In altri casi, sono i risultati – dovuti a un intervento diretto del FAI o semplicemente agli effetti virtuosi portati dalla grande visibilità del censimento – di luoghi vicini ad aver spinto nuovi comitati ad attivarsi.

 

C’è tempo fino al 30 novembre 2018 per votare i propri “luoghi del cuore”: un’occasione unica per esprimere il proprio amore per l’Italia e condividerlo con chi riconosce nelle bellezze del nostro Paese la propria identità.

 

Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza ben distribuita della Banca in tutte le regioni italiane al servizio dei suoi oltre 12 milioni di clienti. Presso le filiali del Gruppo, come detto, tutti possono votare il loro “luogo del cuore” favorendo così l’opportunità di ricevere un’ulteriore assegnazione di 5.000 euro al luogo più votato in una filiale. Intesa Sanpaolo partecipa attivamente alla vita culturale del Paese: nel 2017 è stato insignito del titolo di Mecenate del XXI secolo nell’ambito dei Corporate Art Awards.

 

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE AL CENSIMENTO

Fino al 30 novembre 2018

– Sul sito www.iluoghidelcuore.it

– Raccolta voti su moduli cartacei (scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it)

– Nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo

 

Il censimento è realizzato con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.

Si ringrazia il Gruppo Editoriale Gedi per la concessione gratuita di spazi pubblicitari, che ci aiutano a diffondere l’iniziativa e la missione del FAI.

RAI è main media partner anche dell’edizione 2018 de “I Luoghi del Cuore” con RAI1 che promuove l’iniziativa con spazi dedicati in Uno Mattina Estate e con RADIO1 che ha attivato un’ampia copertura con programmi del canale e servizi nei GR.

Foto: RietiLife ©

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