Via Garibaldi allo stremo: “Violenza, schiamazzi e strani riti: non ne possiamo più”

(e.l.) Il sangue nell’androne, i residenti riuniti, l’intervento delle forze dell’ordine e del 118. Una serata di ordinaria follia, quella di ieri, in via Garibaldi: due richiedenti asilo hanno dato vita a una violenta lite (leggi il lancio di RietiLife), sfociata nel sangue, nell’androne di un palazzo. Uno è finito immediatamente in ospedale con ferite in particolare sulle braccia, l’altro è stato ascoltato da Polizia e Carabinieri sui motivi della tensione. Ferite che i due potrebbero essersi procurati con un’arma da taglio o con dei vetri di una finestra rotta, a margine di un acceso alterco i cui motivi scatenanti sono tutti da chiarire.

Rimane, però, l’allarme dei residenti della via che, sin dai primissimi minuti dall’arrivo di poliziotti e carabinieri, hanno richiesto un intervento incisivo soprattutto in quello stabile, sottolineando come in zona, da diverso tempo i disagi siano continui. Via Garibaldi era finita in cronaca neanche un mese fa per una lite del genere: l’intervento delle forze dell’ordine era sfociato in due arresti (leggi).

“Anche in quella occasione tutto era partito da questo palazzo” spiegano i residenti indicando l’edificio in cui vivono alcuni rifugiati: “Ma non sappiamo quanti siano” aggiungono.

Schiamazzi, musica alta e “violenza: registriamo anche botte a donne incinte che vivono nel palazzo” spiegano ancora i residenti della zona a RietiLife. “Abbiamo notato anche l’esecuzione di riti strani, abbiamo chiesto cosa facessero lì dentro. Ci hanno risposto che fa parte della loro religione” continuano.

Insomma, residenti allo stremo per il via-vai continuo e la necessità, sempre più frequente, di dover allertare le forze dell’ordine. Il grido degli abitanti di via Garibaldi arriva fino a piazza del Comune, nella speranza che pure il sindaco si attivi. “Non è una questione di razza, ci mancherebbe, ma di sicurezza. Non ne possiamo più di questa situazione di violenza e tensione” è l’amara conclusione dello sfogo dei residenti.

Foto: RietiLife ©

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