Lucio Battisti e quel concerto a Poggio Bustone in cui “le macchine parcheggiate arrivavano ai laghi”

(di Sabrina Vecchi) Va bene che per noi la questione si fa diversa perché era “uno di noi”, nato e vissuto per un bel po’ nella nostra provincia, a Poggio Bustone per l’esattezza. Ma alzi la mano chi su scala nazionale e oltre non ha mai canticchiato una canzone di Lucio Battisti, non ha un ricordo legato alla sua musica, non ha mai fatto il coro con la chitarra intonando “le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi…”.

Sono passati 18 anni da quando Lucio non è più tra noi (ma fisicamente, solo fisicamente), da quel 9 settembre del 1998 che lasciò tutti senza fiato, “a fari spenti nella notte” per dirla per opera del suo mitico paroliere Mogol. Indimenticabile autore di alcuni dei capolavori che hanno fatto la storia della musica, Battisti è ufficialmente consacrato nell’olimpo dei grandi artisti italiani. Diversa e misteriosa è la questione legata all’aurea personale e caratteriale del cantante.

Recentissima la prima sentenza a favore di Mogol nella battaglia legale intrapresa contro gli eredi di Lucio, che vede il paroliere da tempo impegnato a contrastare l’universale veto imposto dalla ex moglie su qualsiasi iniziativa riguardante l’eredità musicale del marito. Strana storia quello di Mogol e Battisti, amici e compagni di lavoro in vita, rivali seppur per interposte persone post mortem.

Diverse e molteplici invece, e spesso contraddittorie, le leggende paesane – poiane, per meglio dire – che lo dipingono. A tratti emerge un Battisti burbero compaesano che attribuiva i suoi natali alla Capitale per non essere additato come troppo provinciale dal mondo dello spettacolo notoriamente con la puzza sotto il naso, altre volte l’artista incompreso buono come il pane che non si separava mai dalla sua chitarra e mai smise di tornare in incognito nel proprio paese. E ancora non si placano i rumors sull’unico concerto da artista famoso che tenne a Poggio Bustone oltre 30 anni fa, quando “le macchine parcheggiate lungo strada arrivavano fino ai laghi”, memorabile per alcuni, deludente per altri. Ma in fondo cosa importa delle chiacchiere. Lucio Battisti è patrimonio di tutti e soprattutto frutto della nostra provincia, ed ascoltare le sue canzoni per noi ha un sapore diverso che per tutti gli altri. Tu chiamale se vuoi, emozioni.

Foto: RietiLife ©

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4 commenti

  1. Chi lo ha detto che è stato un concerto deludente. Serata straordinaria con una Formula3 strepitosa. Gianfranco Formichetti

  2. Concerto memorabile con una FORMULA 3 STRAORDINARIA. GIANFRANCO FORMICHETTI

  3. Mio padre mi ha raccontato spesso che fece chilometri a piedi per arrivare. Alla fine riuscì ad ascoltare solo “Fiori rosa, fiori di pesco”. Poi finì il concerto.

  4. Non è vero che Lucio Battisti dicesse di essere nato a Roma.
    Ricordo che un pomeriggio, in un programma per ragazzi, domandò a quel pubblico “Sapete dove sono nato io?” ed i bimbi tutti in coro “A Roma …”
    “E no, io sono nato a Poggio Bustone”
    “Ma guarda se chi è …” esclamai
    Io sono nato nello stesso giorno.mese.anno ed ho avuto Lucio come compagno di scuola in prima media alla A.M.Ricci.
    Giancarlo