Il Carro Sabino esposto a Copenhagen tornerà in Italia / Era stato rubato negli anni ’70

Il carro sabino esposto al Ny Calsberg Glyptotek di Copenhagen, torna in Italia. Il carro sabino a decorazioni dorate,  trafugato negli anni ’70 nella necropoli di Eretum, città sabina dell’antico Lazio e era stato esportato illegalmente; tornerà grazie a un accordo tra Ministero dei Beni Culturali e il museo danese. Il carro era stato acquistato dal museo della capitale di Danimarca che lo esponeva da quasi mezzo secolo insieme ai reperti della tomba del principe a cui apparteneva.

RIETILIFE NE AVEVA GIÀ PARLATO

“L’accordo sottoscritto oggi – dichiara il ministro Dario Franceschini, come riportato da Adn Kronos– trasforma una crisi in opportunità, superando un contenzioso attraverso una stretta collaborazione che da un lato permetterà al Ny Carlsberg Glyptotek di rinnovare periodicamente la propria offerta museale e all’Italia di recuperare importanti reperti del proprio patrimonio culturale che presto torneranno alle comunità da cui provengono”. “Ciò che a prima vista sembrava potesse risolversi in uno stallo legale e politico –  dice, sempre come si legge su Adn Kronos il direttore della Glyptotek, Flemming Friborg – si è trasformato in un accordo potente e visionario, grazie a un intenso dialogo accademico. Siamo entusiasti della lungimiranza con cui siamo stati accolti dal ministro della Cultura. Lavorando insieme abbiamo creato un clima ideale in cui implementare un accordo che si tradurrà di fatto in nuove iniziative museali a beneficio dei visitatori del museo e degli studiosi, sia in Italia che in Danimarca”.

Le restituzioni cominceranno a dicembre 2016 e si concluderanno entro la fine del 2017. L’accordo siglato dall’Italia con il museo di Copenaghen, che è un museo privato, prevede che in cambio della restituzione del carro e dei reperti della tomba del principe sabino, l’Italia presti a titolo gratuito e per un lungo periodo di tempo a Copenaghen altri oggetti che consentano da un lato al museo di ampliare la propria offerta culturale e all’Italia di valorizzare all’estero parti importanti del proprio patrimonio archeologico.

Foto: web – principisabini.it ©

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