È forte la polemica che segue il provvedimento con cui l’amministrazione comunale ha disposto la decadenza dalla titolarità dell’assegnazione ovvero dall’autorizzazione all’esercizio della sede farmaceutica rurale sita nel territorio comunale. Secondo quanto emerge dalla sintesi dei fatti dedotti dal legale del farmacista, dott. Fabio Giovannetti, il provvedimento sarebbe viziato da gravi omissioni e contraddizioni da parte del Comune.
L’amministrazione ha dichiarato pubblicamente di aver tentato ogni soluzione possibile per evitare la decadenza, ma tale ricostruzione viene nettamente smentita. In particolare, il Comune afferma di aver effettuato nel 2021 il cambio di destinazione d’uso dell’immobile comunale individuato come possibile sede della farmacia. Tuttavia, dai fatti risulterebbe che nessun cambio di destinazione d’uso sia mai stato concretamente realizzato. L’unico atto compiuto sarebbe una semplice variazione della categoria catastale, effettuata il 22 dicembre 2025, a poche ore dall’emissione dell’atto di decadenza.
Come noto, e come una pubblica amministrazione dovrebbe ben sapere, la variazione catastale non equivale a un cambio di destinazione d’uso. Per rendere effettivamente idoneo l’immobile, l’ASL aveva prescritto specifici interventi necessari a garantire i requisiti igienico-sanitari dei locali: opere impiantistiche di adeguamento alle normative vigenti, oltre a ulteriori interventi edilizi e tecnici. Tali lavori, però, non sono mai stati eseguiti.
In assenza di questi interventi, il parere igienico-sanitario – peraltro solo preventivo e non definitivo – deve considerarsi negativo, così come risulterebbe mancante l’agibilità dell’immobile. Elementi tecnici fondamentali che, secondo il legale, sembrerebbero essere stati del tutto ignorati dall’amministrazione comunale.
Ma non è tutto. Il Sindaco, sempre secondo la ricostruzione difensiva, avrebbe disatteso persino le delibere della propria Giunta, come la n. 53 del 23 agosto 2023, con cui si stabiliva che, per concedere in locazione l’immobile comunale, fosse necessario predisporre e approvare un apposito regolamento e procedere successivamente alla pubblicazione di un regolare avviso pubblico. Anche questi passaggi non sarebbero mai stati effettuati.
Tali inadempienze avrebbero di fatto impedito al dott. Giovannetti di valutare concretamente la disponibilità del locale comunale, che – nei fatti – sarebbe rimasto indisponibile.
L’aspetto ritenuto più grave riguarda però la tempistica adottata dal Comune: al farmacista sarebbero stati imposti termini stringenti per individuare locali idonei all’interno del centro abitato di Torricella in Sabina. Solo dopo la scadenza di tali termini, l’amministrazione avrebbe proceduto alla variazione della categoria catastale dell’immobile comunale, basando poi l’atto di decadenza sul mancato trasferimento in un locale ritenuto “disponibile”, ma reso tale soltanto a termini ormai scaduti.
Una vicenda che solleva interrogativi sull’operato dell’amministrazione e che potrebbe ora aprire la strada a un contenzioso, mentre la comunità locale rischia di perdere un presidio sanitario essenziale in un’area rurale già fragile sotto il profilo dei servizi.
Foto: RietiLife ©








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