Il Procuratore Capo di Rieti Paolo Auriemma: “No alla separazione delle carriere, ecco i motivi…”

“Se non oggi, domani, le garanzie di indipendenza del pubblico ministero, una volta operata la separazione dai giudici, potrebbero venir meno creando i presupposti perché l’attività dei magistrati sia politicamente indirizzabile dalla maggioranza politica di turno, magari usata come arma contro chi è scomodo al potere di turno”. Lo afferma, in un intervento pubblicato su ‘Il Dubbio‘ e riportato dall’Ansa, il procuratore di Rieti, Paolo Auriemma, motivando il suo No alla separazione delle carriere. Sono queste, scrive ancora Auriemma, “le considerazioni che fece anche chi scrisse la nostra Costituzione”.

“La Costituzione del 1948 – aggiunge il procuratore di Rieti – volle tutelare il pubblico ministero dalle pressioni che aveva subito nel ventennio precedente. Da qui le garanzie che si esprimono nelle regole che tutelano ogni magistrato nella sua indipendenza da ogni altro potere”. “Perché non scrivere nel nuovo articolo della Costituzione (che si vuole modificare) – afferma ancora Auriemma – che il pubblico ministero gode delle stesse garanzie di indipendenza del giudice? Tutto questo genera una legittima preoccupazione non – come si tende a far credere – per presunti privilegi dei magistrati (quali sarebbero?) ma per una modifica dell’assetto istituzionale che, in tempi anche brevi, potrebbe finire per incidere significativamente sui diritti di ogni cittadino. Val la pena correre un tal pericolo?”. “I magistrati, con la propria protesta hanno voluto sollevare questa domanda. Ed ognuno dovrà elaborare la propria risposta nella consapevolezza delle ricadute che un riforma, che si allontana dalle regole poste dal Costituente del 1948, potrebbe avere” conclude il procuratore di Rieti.

Foto: Gianluca VANNICELLI ©

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