Scatta la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Coop e Superconti contro il piano di rilancio annunciato dalla società cooperativa, che prevede la cessione di diversi supermercati nel Lazio. Una decisione che mette a rischio l’occupazione e il futuro di circa 200 dipendenti.
Nel dettaglio, sono nove i punti vendita interessati intorno a Roma: le Coop di Pomezia, Colleferro, Fonte Nuova e Ruderi di Torrenuova, e i Superconti di Impruneta, Capena e Orte. Una scelta che, secondo le organizzazioni sindacali, potrebbe avere conseguenze pesanti per i lavoratori coinvolti, lasciati senza certezze occupazionali a pochi giorni dalla fine dell’anno.
In una nota congiunta, Filcams Cgil Roma Lazio, Fisascat Cisl Roma e Rieti e Uiltucs Roma e Lazio denunciano come i bilanci in negativo non giustifichino un piano di riorganizzazione così drastico, che complessivamente coinvolge oltre 500 lavoratrici e lavoratori nelle quattro regioni in cui l’azienda è presente, senza adeguate tutele occupazionali e senza un vero progetto di investimento sulla rete commerciale.
Particolarmente grave, secondo i sindacati, è la decisione di abbandonare il Lazio, soprattutto nelle aree del Sud della regione, con ricadute significative non solo sull’occupazione ma anche sul tessuto economico e sociale dei territori interessati.
Da qui la proclamazione dello sciopero, con presidi davanti ai punti vendita e ulteriori 8 ore di astensione dal lavoro previste nelle prossime settimane. Le iniziative di protesta si terranno a Pomezia, Rieti, Colleferro e Fonte Nuova.
Le organizzazioni sindacali chiedono la riapertura immediata del confronto con l’azienda per definire un piano di reinvestimento sul territorio laziale e individuare soluzioni concrete per la tutela dell’occupazione, nel rispetto dei valori che dovrebbero caratterizzare il mondo della cooperazione.
“Le lavoratrici e i lavoratori meritano rispetto, non tagli; tutele occupazionali, non incertezze; investimenti sulla rete e sulle professionalità, non una gestione che considera il personale come semplici numeri da sacrificare”, concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
Foto: RietiLife ©








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