(di Cristian Cocuccioni) Colpivano di notte, sparivano all’alba, percorrendo centinaia di chilometri in poche ore. Un’organizzazione criminale giovane, mobile e altamente specializzata, capace di mettere a segno decine di furti in rapida successione in tutto il Centro Italia, è stata smantellata da una maxi operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Rieti. Nei giorni scorsi i militari hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Rieti su richiesta della Procura della Repubblica. I provvedimenti riguardano due soggetti di etnia rom, ritenuti responsabili, a vario titolo, di 68 furti aggravati, una rapina, riciclaggio e resistenza a pubblico ufficiale. Altri due indagati, anch’essi destinatari della stessa misura cautelare, risultano attualmente irreperibili dopo l’interrogatorio preventivo, mentre un minorenne è stato coinvolto nel procedimento con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura per i Minorenni di Roma.
L’indagine, avviata il 13 ottobre 2023, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che in appena cinque mesi aveva messo a segno 25 raid per un totale di 68 furti, con un bottino complessivo stimato in circa 300 mila euro e danni per ulteriori 100 mila euro. Tutto ha avuto inizio dal furto al supermercato Tigre di Scandriglia, avvenuto nelle prime ore del 13 ottobre 2023, quando i malviventi sottrassero una cassaforte contenente 4.500 euro in contanti e buoni spesa per circa 2.000 euro. In quell’occasione furono sorpresi dal titolare, allertato dall’allarme, e riuscirono a fuggire solo dopo aver utilizzato la polvere di un estintore per ostacolare l’inseguimento.
Da quel primo episodio, i Carabinieri hanno ricostruito con precisione l’intera rete criminale attraverso pedinamenti, servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche, analisi dei tabulati e lo studio delle celle telefoniche. È stato così possibile mappare gli spostamenti del gruppo, dalla partenza serale dai campi romani ai punti di ritrovo nella Capitale, fino ai colpi messi a segno in numerose province del Centro Italia e al rientro a Roma prima dell’alba.
Particolarmente grave quanto accaduto nella notte dell’8 marzo 2024, dopo un furto in una tabaccheria di Montecassino. In quella circostanza il gruppo tentò la fuga ingaggiando inseguimenti ad altissima velocità, superando i 200 chilometri orari tra le province di Perugia e Terni. I malviventi arrivarono a speronare un’auto dei Carabinieri e, in un altro episodio, a lanciare un estintore contro una pattuglia in inseguimento. Fortunatamente nessun militare rimase ferito.
Il modus operandi era collaudato e ripetuto con precisione: partenza ogni sera da Roma e rientro all’alba, percorrenze anche di 700-800 chilometri in una sola notte, utilizzo di auto di grossa cilindrata modificate tramite un’officina romana e cambiate quasi ogni mese , targhe rubate pochi minuti prima dei colpi per eludere i sistemi di controllo e raid della durata di appena due o tre minuti. I furti sono stati commessi tra il 7 ottobre 2023 e l’8 marzo 2024 nelle province di Rieti, Roma, Frosinone, L’Aquila, Terni, Firenze, Perugia, Siena, Arezzo, Prato, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, spesso con più colpi nella stessa notte e in luoghi molto distanti tra loro.
Oltre ai furti, agli indagati viene contestata anche una rapina impropria avvenuta a Petritoli, in provincia di Fermo, nella notte dell’8 febbraio 2024. Secondo quanto emerso, il gruppo sfruttava una fitta rete di amicizie e legami familiari nei campi rom della Campania e si muoveva con estrema rapidità e coordinamento. Nelle intercettazioni telefoniche gli indagati utilizzavano un dialetto della loro lingua madre, circostanza che ha inizialmente reso più complesso il lavoro degli investigatori.
Decisivo, tra i vari elementi, anche un dettaglio apparentemente insignificante: il “coperchietto” mancante di un’auto utilizzata per tre raid consecutivi. Un particolare che si è rivelato fondamentale quando la vettura, controllata successivamente a Roma, risultava priva proprio di quel componente. Come ha spiegato il comandante del Nucleo Investigativo, Pantaleo Mangia, «gli estintori erano uno strumento fisso: li utilizzavano per scassinare e per coprire la fuga, ne avevano sempre uno pronto per ogni furto».
Le misure cautelari sono state disposte dal G.I.P. per il concreto pericolo di reiterazione dei reati, evidenziando l’elevata capacità organizzativa e la professionalità nel delinquere del gruppo. I due arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Rieti, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Un’operazione di grande rilievo che restituisce sicurezza a commercianti e territori colpiti e conferma, ancora una volta, come il lavoro paziente e meticoloso dell’investigazione resti un’arma decisiva nella lotta alla criminalità.
Foto: RietiLife ©








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