Asilo nido Stimigliano, genitori denunciano: “Ritardi e disagi e questione retta da affrontare”

A Stimigliano, la gestione dell’asilo nido comunale “Il Regno dei Folletti” continua a suscitare tensioni. Dopo mesi di promesse non mantenute e comunicazioni tardive, le famiglie contestano l’aumento della retta a 400 euro mensili indipendentemente dall’ISEE e le richieste di nuova iscrizione, non accompagnate da atti ufficiali né scadenze chiare. Nonostante incontri e PEC inviate dai genitori, il Comune non ha ancora definito rimborsi né applicato soluzioni concrete, creando notevoli difficoltà economiche. Le famiglie hanno formulato proposte di redistribuzione dei fondi già stanziati, ma ad oggi non vi è alcun riscontro. Siamo a disposizione per repliche all’indirizzo [email protected].

LA NOTA DEI GENITORI

La storia infinita dell’asilo nido comunale di Stimigliano, la storia di un sindaco che per tre mesi ha messo in scena impegni non mantenuti, appuntamenti disattesi e mezze soluzioni, portando ad oggi un nulla di fatto!

In tanti ci avete chiesto aggiornamenti, dimostrandoci sostegno – e di questo vi ringraziamo sinceramente. Ora vogliamo raccontarvi i fatti oggettivi che riguardano il grave disagio creato dall’Amministrazione Comunale alle famiglie dei bambini iscritti all’asilo nido comunale “il Regno dei Folletti” di Stimigliano.

Dopo la riunione del 28/08, in cui ci è stato comunicato solo verbalmente il cambio repentino del sistema di pagamento, passando da una rata differenziata in base all’ISEE a un importo uguale per tutti pari a 400 euro mensili, il 30/08 abbiamo presentato un’istanza di accesso agli atti, chiedendo tutta la documentazione amministrativa relativa all’affidamento della gestione dell’asilo nido alla nuova cooperativa.

Considerata la gravità della situazione, abbiamo chiesto che la documentazione venisse fornita entro il 2 settembre, per permettere alle famiglie di fare una scelta consapevole. Eravamo consci del poco tempo a disposizione, ma purtroppo si trattava dello stesso ridottissimo preavviso che era stato a noi concesso dal sindaco per prendere una decisione altrettanto importante, lo stesso tempo che poi sarebbe mancato alle famiglie per permettergli di scegliere un’alternativa economicamente migliore. In altre parole, molte di esse, si sarebbero ritrovate all’improvviso con le spalle al muro…e così è stato.

L’Amministrazione comunale ha risposto solo il 29/09 ovvero l’ultimo giorno utile previsto dalla legge (30 giorni).

Nel frattempo, il 05/09 sono state pubblicate le graduatorie relative al bando di ammissione all’asilo nido (bando pubblicato a maggio), nel quale era espressamente previsto che la retta fosse stabilita in base alle fasce ISEE.

L’8/09 il nido ha regolarmente riaperto e i bambini presenti in quella graduatoria hanno iniziato a frequentare.

Il 26/09, riceviamo dalla cooperativa Alere, aggiudicataria del servizio di gestione del nido e avente, quantomeno al tempo in cui sono accaduti i fatti di cui sopra, la stessa sede legale dello studio del Responsabile Finanziario del Comune di Stimigliano, una mail in cui ci viene richiesto di iscrivere nuovamente i bambini, compilando lo stesso modulo di domanda già presentato per partecipare al bando di maggio, comprensivo di tutte le dichiarazioni relative alla situazione familiare, lavorativa, sociale e psicofisica, ossia quelle che servono per l’attribuzione dei punteggi e per formare la conseguente graduatoria. L’unica differenza rispetto al modello precedente riguarda la retta: non più calcolata in base alle fasce ISEE ma come previsto dal capitolato della nuova procedura, introdotta in seguito all’affidamento esterno del servizio.

Peccato che proprio quel capitolato fosse tra la documentazione richiesta già il 30/08 tramite accesso agli atti e che, alla data del 26/09, non ci fosse ancora stata fornita alcuna risposta.

Inoltre, alla stessa data, sul sito del Comune e sull’Albo Pretorio non era stata pubblicata alcuna documentazione relativa alla decisione di non applicare più le fasce ISEE, né tantomeno alcun atto di gara riferito all’affidamento del servizio alla nuova cooperativa.

Come se non bastasse, sulla richiesta di nuova iscrizione inviata dalla cooperativa, risulta ASSENTE la data di scadenza.

Ora, ovviamente, sorgono spontanee alcune domande da parte di noi genitori.

Sul sito del Comune è stata pubblicata una graduatoria, e proprio in base a quella i nostri figli frequentano il nido dall’8/09. Perché ci viene chiesto di presentare una nuova domanda di iscrizione, se non esiste alcun atto amministrativo ufficiale che annulli formalmente quella precedente? E ancora, se si intende predisporre una nuova graduatoria a seguito di una nuova procedura, perché non viene pubblicata ufficialmente sul sito del Comune, ma viene semplicemente comunicata via mail dalla cooperativa alle famiglie risultate idonee in base al bando uscito nel mese di maggio?

A questo punto ci viene da pensare: visto che si rivolgono proprio a noi, probabilmente sono loro stessi a riconoscere la validità delle iscrizioni precedenti.

Per questi motivi, decidiamo di affidarci ad un legale e di astenerci, in prima istanza, a compilare il nuovo modulo di iscrizione, anche perché nella comunicazione ricevuta non era riportata alcuna scadenza entro cui farlo.

Il 29/09 – ultimo giorno utile per legge – l’Amministrazione risponde finalmente al nostro accesso agli atti e pubblica gli atti di gara sul sito del Comune.

Il 2 ottobre, sullo stesso sito, viene pubblicato un avviso in cui si afferma che tutte le domande di iscrizione all’asilo nido presentate prima del nuovo appalto (formalizzato con contratto del 29/08/2025) sono da considerarsi nulle, poiché presentate prima dell’adozione di “nuove disposizioni”. Ma allora, la graduatoria pubblicata il 5 settembre (cioè dopo la sottoscrizione del nuovo contratto) non è più valida? Basta davvero una semplice nota protocollata e firmata dal Sindaco per annullare un bando pubblico e la relativa graduatoria? La Corte dei Conti riterrà questa modalità sufficientemente legittima?

Il 4/10, il nostro legale invia una PEC all’Amministrazione comunale, evidenziando numerose criticità nella gestione del servizio per l’anno educativo in corso, e richiede un incontro con il Sindaco alla presenza di almeno un genitore.

L’8/10, nonostante la maggior parte di noi non abbia mai formalizzato una nuova iscrizione, riceviamo comunque la prima fattura dalla Cooperativa, pari a 402 euro, per la mensilità di settembre. A questo punto ci chiediamo: la graduatoria pubblicata il 5/09 sul sito del Comune è ancora valida o no?

Inoltre, nella mail con cui ci viene trasmessa la fattura, la Cooperativa ci informa che il termine ultimo per il pagamento è fissato per mercoledì 15/10. Viene chiaramente indicato che, in caso di mancato saldo entro quella data, il servizio verrà sospeso a partire da lunedì 3/11.

Nel frattempo, l’Amministrazione comunale risponde alla nostra PEC in data 10/10 dandoci appuntamento, indovinate un po’, proprio il 15/10 alle ore 12:00!

Naturalmente chiediamo di anticipare l’incontro, ma ci viene risposto che il Sindaco non è disponibile nei giorni precedenti.

Durante la riunione del 15/10 ci siamo sentiti dire dal Sindaco e dal suo staff, anche che:

– “l’asilo nido è un servizio pensato per i genitori che lavorano e se lo fanno entrambi è difficile avere un ISEE basso. Quindi, se ci sono famiglie con ISEE basso, o uno dei due genitori non lavora e può guardarsi suo figlio, oppure lavora in nero”;

– “anni fa, a Reggio Emilia, alcune famiglie pagavano anche 600 euro al mese per l’asilo nido”.

Sulla prima affermazione preferiamo non commentare ulteriormente: si commenta da sola.

Ci teniamo però a sottolineare che tra le famiglie coinvolte ci sono genitori di bambini con disabilità, caregiver familiari, genitori disoccupati in cerca di lavoro, genitori che stanno studiando per migliorare la propria condizione lavorativa e semplicemente genitori che ritengono che per il proprio figlio sia meglio frequentare il nido piuttosto che restare a casa. Ovviamente non si tratta di categorie rigide: una persona può trovarsi in più situazioni contemporaneamente.

Quanto alla seconda affermazione, ricordiamo che a Reggio Emilia l’importo delle rette è noto al momento della pre-iscrizione, non comunicato una settimana prima dell’inizio dell’anno educativo. È importante chiarire che ciò che contestiamo, più di ogni altra cosa, è il ritardo nella comunicazione.

Nonostante la tentazione di andarsene e procedere semplicemente per vie legali sia forte, la volontà di trovare una soluzione più equa insieme è ancora più grande. Per questo motivo ci armiamo di tutta la pazienza possibile e ribadiamo che siamo presenti all’incontro solo per chiedere che venga previsto un contributo maggiore per le famiglie con ISEE più basso, le quali hanno subito più di tutti l’aumento esponenziale della retta.

Saremmo persino disposte a farlo anche a parità di fondi comunali già stanziati, riequilibrando le rette tra tutte le famiglie. Facciamo notare, infatti, che con l’introduzione di una rata unica di 400 euro mensili alcune famiglie con ISEE più alto ne hanno tratto addirittura un vantaggio economico, riuscendo anche a rientrare in graduatoria grazie alle numerose rinunce da parte di chi, invece, tale somma non ha potuto permettersela.

A questo punto il Sindaco (più del suo staff) si mostra disposto a collaborare: ci chiede di attendere prima di procedere con i pagamenti e ci dà un nuovo appuntamento a una settimana di distanza. Dopo una settimana, il 21/10, ci incontriamo nuovamente e questa volta il Sindaco ci propone che il Comune è disposto a concedere un ulteriore contributo alle famiglie, da erogare trimestralmente e in percentuale rispetto a quanto non rimborsato da altri enti, sulla base delle fasce ISEE.

Da quel giorno si sono susseguite PEC e incontri, ma da parte dell’Amministrazione Conunale solo tante parole e zero fatti concreti.
Due settimane fa siamo stati noi genitori a recuperare tutti i dati delle iscrizioni e a formulare una proposta di redistribuzione dei fondi comunali già stanziati, con rinunce  scritte da parte di alcune famiglie, per aiutare chi ha maggiori difficoltà. Tutto questo senza chiedere un euro in più, ma solo gestendo meglio quanto già previsto in bilancio, ovvero recuperando le quote comunali non più dovute date le mancate iscrizioni.

Il Sindaco si prende un’altra settimana per valutare, ma ci assicura che entro dicembre ci sarà un rimborso per settembre e ottobre. Ci dà appuntamento per comunicarci l’importo definitivo e ci chiede di raccogliere le richieste di rimborso in 4 giorni.

Poi sparisce.
Rinvia l’incontro, non risponde più alle PEC, ci dà un’unica disponibilità (10/12 alle 12), e non si presenta, delegando tutto al Responsabile Finanziario di cui sopra che non porta nessuna proposta né documento perché, a oggi, nessuna decisione è stata presa.

Ora, con la chiusura della cassa comunale, è ufficiale: nessun rimborso arriverà entro l’anno, nonostante le promesse.

Che fine hanno fatto i soldi stanziati per il nido?

Dopo aver creato disagi a 25 famiglie con una comunicazione tardiva sul rincaro della retta, l’Amministrazione ha evidentemente speso altrove quei (pochi) fondi destinati a noi.

Caro Sindaco, oltre a insegnare ai nostri figli la raccolta differenziata e a piantare alberi, non crede che dovremmo trasmettere anche il valore dell’equità e della trasparenza?
Noi ci proviamo. E insegniamo loro anche l’importanza di opporsi quando questi valori vengono calpestati.

Foto: RietiLife ©

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