La fotografia scattata dalla Fns Cisl Lazio parla chiaro: nelle carceri regionali mancano 565 agenti di Polizia Penitenziaria e il sovraffollamento ha raggiunto livelli ormai ingestibili. A fronte di una pianta organica di 3.418 unità, gli agenti effettivi sono soltanto 2.853. Parallelamente, i 6.687 detenuti presenti superano di 1.375 la capienza regolamentare fissata a 5.312.
Il caso più evidente è Rieti: 523 detenuti contro i 295 previsti, un surplus di 228 persone che mette in ginocchio l’intero istituto. Situazione analoga a Civitavecchia (+268), Viterbo (+276), Velletri (+172) e Rebibbia, che registra l’esubero più alto con +483 detenuti.
Sul fronte del personale, la carenza oscilla attorno al 20% in quasi tutti gli istituti: Rebibbia, Velletri, Viterbo, Cassino e Civitavecchia sono tra le sedi più in sofferenza. Unica eccezione il carcere di Latina, attualmente in organico completo.
Secondo la Fns Cisl, l’emergenza si ripercuote sul lavoro quotidiano: reparti costretti ad assorbire i piantonamenti, turni oltre i limiti contrattuali, posti di servizio scoperti e un sovraccarico generale che mina sicurezza e diritti degli operatori. Con i nuovi padiglioni in apertura a Civitavecchia e Viterbo, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente.
Il sindacato chiede interventi strutturali: più agenti, reparti sanitari adeguati come i modelli Sandro Pertini e Belcolle, medici psichiatrici h24 e investimenti nelle strutture penitenziarie, spesso vetuste.
Un appello urgente che parte dal Lazio, e da Rieti in particolare, per restituire dignità e sicurezza a chi lavora e a chi è detenuto negli istituti regionali.








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