L’Arte che Unisce: tre date ad Antrodoco tra Danza, Teatro e Comunità

Tre date ad Antrodoco per una manifestazione che unisce le arti performative contemporanee, mescolando linguaggi e generi per accorciare le distanze tra le persone.

La “rassegna d’autunno”, in programma il 29 novembre ed il 6 e 13 dicembre 2025 ad Antrodoco, presso il Teatro Sant’Agostino, sarà un’occasione, non solo per costruire vicinanza, ma soprattutto per ritrovarsi e condividere arte all’interno di una comunità che vive spazi condivisi. Un intreccio di proposte performative, che mirano a soddisfare i gusti di un pubblico eterogeneo. Un programma che racchiude i valori legati all’inclusione e non discriminazione e riunisce insieme alcune delle eccellenze delle performing art contemporanee nazionali nell’ambito della Regione Lazio.

Gli eventi, realizzati grazie al supporto del MiC e della Regione Lazio e in collaborazione con il Comune di Antrodoco, propongono un’idea di arte nei territori del centro Italia lontani dalle grandi metropoli, in un progetto che interagisce concretamente con l’intera filiera culturale, educativa e del turismo.

Si comincia il 29 novembre alle ore 21.00 con “Birdsong”, di Salvo Lombardo. La performance, curata dalla “Compagnia CHIASMA”, in una versione site specific per il Teatro Sant’Agostino, indaga in filigrana il comportamento del corpo in una zona di confine tra danza e voce tra presenza e assenza con il desiderio recondito di capovolgere la funzione predatoria del richiamo e di prolungarne il senso. Con la partecipazione di Camillo Prosdocimo, noto chioccolatore (imitatore di versi degli uccelli) che con fischi, trilli, gorgheggi, stridii e ribattute acustiche crea una partitura acustica dello spettacolo affascinante e inconsueta, in una selva di aste verticali, microfoni e lucette sparsi ovunque e “un fiotto basso di fumo che emerge lento e stagna”.

Il 6 dicembre, sempre alle ore 21.00, andrà in scena “Le donne al Parlamento” di Vadrada Teatro. Un’audace rivisitazione del classico di Aristofane per indagare il tema del potere femminile in un domani distopico. Un parlamento di donne sfida i pregiudizi del passato e un’insidiosa Intelligenza Artificiale, per rifondare l’umanità. Tra utopia e ribellione, ironia e visione, il coraggio di immaginare un nuovo ordine, dove la politica si intreccia all’etica. “Cosa farebbero le donne, se avessero il potere di decidere?” il Parlamento umano, a maggioranza femminile, riuscirà a rinnegare del tutto la cultura della sopraffazione? E se anche così fosse, l’intera vicenda potrebbe non essere che un astuto stratagemma dell’intelligenza artificiale per sovvertire il sistema di potere e dominare gli esseri umani, considerando che l’IA stessa è un prodotto programmato da umani e potrebbe averne ereditato la tendenza a distorcere la realtà. Un’esperienza teatrale avvincente che invita a una profonda riflessione sul futuro dell’umanità e sulla vera natura del potere.

Sabato 13 dicembre alle ore 21.00, si conclude la rassegna con lo spettacolo finalista al festival INVENTARIA 2025 “Da fuori tutto bene” di Giulia Vanni e Daniele Fabbri. L’evento è inserito all’interno del progetto “ONDADURTO TEATRO | Residenza Antrodoco”, Direzione artistica a cura di Margó Paciotti e Lorenzo Pasquali. La performance racconta una storia vera e personale: il rapporto con l’ospite cancro-al-seno tra dramma e varietà, racconto comico e teatro canzone. Una risata tanto liberatoria che accoglie la paura e la rende più leggera. “Mio padre mi ha insegnato il movimento delle gambe dei giocatori di pallanuoto: metti i piedi a martello e disegni dei cerchi con le ginocchia spingendo verso l’esterno. È grazie a questo movimento che i giocatori possono sollevarsi sull’acqua. Se fossi in una piscina, lo userei e avrei le mani libere. Ma col cancro non si naviga in acque chiare. All’inizio pensi che stia andando bene, che è solo una pozzanghera, un piccolo incidente di percorso: un piede davanti all’altro, il tuo inguaribile ottimismo e ne sarai fuori. Però non trovi nulla di solido sotto la melma, niente per darti la spinta e riemergere. Cerchi di trascinarti, ma il tuo corpo non segue, sta cominciando a lasciarsi andare. Eh no, caro corpo! Non ci possiamo mica arrendere così! Da fuori tutto bene. Anche perché a parte il cancro, io sto benissimo. Forse.”

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