“La sottoscrizione del Contratto di Programma 2022-2026 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Rete Ferroviaria Italiana segna un passaggio molto negativo per il territorio reatino. Nel documento, infatti, a pagina 77, è chiaramente indicato lo stralcio delle somme inizialmente destinate al potenziamento della tratta ferroviaria Rieti-Terni. Le associazioni di categoria Agci, Confartigianato Imprese Rieti e Federlazio esprimono forte preoccupazione per una scelta che rischia di produrre gravi conseguenze sulla mobilità, sullo sviluppo economico e sulla coesione sociale della provincia di Rieti. La cancellazione delle risorse rappresenta una promessa mancata nei confronti di cittadini e imprese che da anni attendono un segnale concreto per superare l’isolamento infrastrutturale del territorio, confidando in un collegamento ferroviario più moderno, veloce e affidabile”, scrivono in una nota congiunta Agci, Confartigianato Imprese Rieti e Federlazio.
“Con questa decisione, invece, le prospettive di crescita vengono fortemente ridimensionate, condannando ancora una volta l’area reatina a restare ai margini delle grandi reti di trasporto. La tratta Rieti-Terni non è soltanto una linea ferroviaria: è un’infrastruttura strategica per l’intero sistema produttivo e sociale del territorio. Come sottolineano Agci, Confartigianato Imprese Rieti e Federlazio, un potenziamento della linea ferroviaria avrebbe effetti positivi non solo per pendolari, studenti e lavoratori, ma anche per il turismo, la competitività delle imprese e l’attrattività di nuovi investimenti. Lo stralcio degli stanziamenti priva l’economia locale di un volano essenziale per la crescita e l’innovazione. Anche sul piano ambientale la decisione rappresenta un passo indietro. Senza un rafforzamento del trasporto ferroviario, il traffico su gomma resterà l’unica alternativa, con conseguenti aumenti di emissioni, congestione e deterioramento delle infrastrutture stradali. È una scelta in contrasto con gli obiettivi di sostenibilità, decarbonizzazione e transizione ecologica che l’Italia si è impegnata a perseguire in linea con le direttive europee.
Inoltre, lo stralcio delle risorse contribuisce ad accrescere il divario tra le aree metropolitane e le aree interne, penalizzando ulteriormente la provincia di Rieti, già colpita da fenomeni di spopolamento e riduzione delle opportunità occupazionali per le giovani generazioni. Il Contratto di Programma dovrebbe rappresentare una visione di sviluppo equilibrato e inclusivo. Per questo motivo, Agci, Confartigianato Imprese Rieti e Federlazio chiedono con forza che venga ristabilito l’impegno verso il potenziamento della linea Rieti-Terni, attraverso il reintegro immediato delle somme stralciate e la definizione di un cronoprogramma chiaro, trasparente e vincolante. Le associazioni promotrici invitano le istituzioni nazionali e regionali ad assumersi la responsabilità politica e amministrativa di questa decisione e ad aprire un confronto urgente per correggere un errore che rischia di compromettere il futuro del territorio. Il reatino non può essere trattato come un’area residuale. La mobilità, lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale dipendono da scelte infrastrutturali coraggiose e inclusive. Rieti merita pari dignità, pari opportunità e un futuro connesso al resto del Paese”.









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