Su RietiLife TV, al canale 210, è tornato Spaghetti in corsivo, l’editoriale di Luigi Spaghetti che ogni settimana prende di petto uno dei nodi cari – e dolenti – ai reatini. Stavolta protagonista è la Porrara, divenuta emblema di un’urbanistica che inciampa sulle proprie gambe.
Il Consiglio di Stato, con sentenza del 26 settembre, ha messo la parola fine alla vicenda del “Piano Quadro” approvato nel 2021 dall’ultima giunta Cicchetti e poi trasformato in permessi edilizi dalla giunta Sinibaldi. Un documento che, lo ricordava già la Regione Lazio, non era uno strumento urbanistico vero e proprio ma solo un atto di indirizzo. Eppure su quella base è stato autorizzato a costruire. Risultato: sentenza definitiva, permesso illegittimo, immobile da demolire e Comune condannato a pagare spese processuali.
Il punto non è solo la cifra – 5mila euro che per un ente in predissesto sono comunque sangue – ma il principio: chi governa la città non può permettersi leggerezze su questioni che incidono sul paesaggio, sulle regole e sul futuro stesso di Rieti. Perché mentre si rincorrono piani improvvisati, si lasciano al palo dossier ben più urgenti: le aree industriali dismesse, il nuovo ospedale, un piano del traffico che non si vede mai.
Non basta dire, come fa l’assessore Rositani, che non c’è stata “bocciatura” del Piano Quadro. Qui non si tratta di semantica, ma di sostanza: il massimo organo della giustizia amministrativa ha stabilito che senza piano attuativo non si costruisce. Punto. L’opposizione chiede chiarezza, ma più che commissioni e carte servirebbe coraggio politico e visione.
E intanto la Porrara, che doveva essere il simbolo di una Rieti che si espande, diventa la fotografia di una città che si impantana. Alla fine, per dirla alla Bartali, “l’è tutto da rifare”. Con la differenza che qui a pagare il conto sono i cittadini.