Il 23 settembre scorso si è celebrata la Giornata europea del biologico 2025, istituita nel 2021 per celebrare e promuovere l’agricoltura e il cibo biologico, sensibilizzare sui suoi benefici e monitorare i progressi verso un’agricoltura più sostenibile. ISMEA (Istituto di servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha presentato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste un’anticipazione del Rapporto Bio in cifre, che sarà pubblicato a dicembre. Nella stessa occasione, il MASAF ha presentato il nuovo logo del marchio “biologico italiano”, che rende riconoscibili le produzioni bio 100% italiane sui mercati nazionali e internazionali mentre cresce la domanda di trasparenza nel mercato globale. Il nuovo marchio – un cuore tricolore con affianco la dicitura “biologico italiano” – dovrebbe dunque essere sugli scaffali già all’inizio dell’anno prossimo
Presente all’evento anche il “Biodistretto Sabino e della Via di Francesco” con il suo Presidente Dott. Marco Gianni in rappresentanza dei Biodistretti Nazionali e quale componente del Tavolo tecnico nazionale dell’Agricoltura Biologica costituito presso il Ministero dell’Agricoltura.
Dai dati presentati l’Italia si conferma leader del biologico in Europa. Nel 2024 il settore ha confermato il trend positivo da vari punti di vista: superfici coltivate, operatori attivi, consumi interni.
L’obiettivo europeo di raggiungere il 25% di superficie agricola utilizzata (SAU) entro il 2030 è a portata di mano. Ad esempio, la Provincia autonoma di Bolzano e sette Regioni (Toscana, Calabria, Sicilia, Marche, Basilicata, Valle d’Aosta e Campania) hanno già superato l’obiettivo, mentre Lazio e Puglia si stanno avvicinando al traguardo, rispettivamente con il 23,4% e il 24,5%. I dati di Bio in cifre attestano che la SAU biologica ha una incidenza complessiva del 20,2% (+0,4% sul 2023); gli ettari coltivati a biologico sono in totale 2.514.596 (+2,4% rispetto al 2023 e +68% nel decennio).
Gli operatori biologici sono 97.170 (+2,9% sul 2023 e + 62% nell’ultimo decennio), di cui 87.042 (quindi più dell’89%) sono aziende agricole (+3,4% sul 2023). Non è secondario il fatto che aumentino gli operatori giovani, con una decisa propensione all’innovazione.
“L’Italia si conferma leader in Europa per numero di aziende biologiche e si colloca al terzo posto per estensione delle superfici coltivate, dopo Spagna e Francia. Un dato che valorizza il lavoro fatto dal Governo che ha sostenuto in questi anni con forza le imprese con fondi e progetti dedicati”, ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. “Il marchio biologico italiano sarà un segno distintivo di qualità e sicurezza, a tutela delle eccellenze agroalimentari italiane e delle persone che sceglieranno di acquistare quel prodotto”. Mentre per il Presidente di A.I.A.B. Nazionale Dott. Agr. Giuseppe Romano “I dati diffusi dal Ministero mostrano una crescita irrisoria, poco superiore al 2%. Un risultato che, a fronte di un periodo caratterizzato da investimenti anche rilevanti nel settore, deve indurre a una riflessione profonda. Non solo questo andamento rende estremamente difficile il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Politica Agricola Comune, ma soprattutto mette in evidenza una criticità strutturale: la crescita si è di fatto arrestata negli ultimi tre anni. Si tratta, con ogni probabilità, della conseguenza di politiche orientate quasi esclusivamente al mercato e non al sostegno reale degli agricoltori. Se vogliamo tornare ad essere un Paese leader nel comparto, è necessario rimettere al centro l’agricoltura e, soprattutto, smettere di ridurre il biologico a slogan, tornando invece a parlare concretamente di agricoltura biologica.” Il Presidente del Biodistretto Sabino Marco Gianni afferma
“Come vediamo dai dati attuali presentati in occasione della Giornata del Biologico 2025 il settore si dimostra dinamico ed in costante crescita inoltre il marchio biologico italiano sarà un segno distintivo di qualità e sicurezza, a tutela delle eccellenze agroalimentari italiane e delle persone che sceglieranno di acquistare quel prodotto. Riteniamo che la scelta di costituire il Biodistretto Sabino e puntare su un turismo slow in linea con le nostre peculiarità territoriale sia stata la scelta migliore e lungimirante per valorizzare le eccellenze e creare prospettive di sviluppo economico concrete per il settore agricolo. Non nascondo che c’è e ci sarà molto da lavorare con le istituzioni, le amministrazioni comunali e le aziende agroalimentari locali ma crediamo fortemente che il biologico resti un fattore strategico di valorizzazione per le aree interne e per le piccole e medie aziende agricole. Ad oggi abbiamo il 30 % del territorio appartenente ai comuni sabini del Biodistretto Sabino certificato da agricoltura biologica con punte fino al 95 %, dobbiamo utilizzare questo valore aggiunto per qualificare le produzioni locali e migliorare la redditività aziendale.