Sono ripresi i lavori di restauro della chiesetta dedicata ai Santi Giovanni Gualberto e Giovanni Paolo II, situata al Monte Terminillo, in via dell’Anello.
Un momento che doveva essere di speranza e impegno condiviso, purtroppo, è stato macchiato da un episodio indegno: ignoti hanno rubato sette vasi di plastica grandi, color amaranto, utilizzati per abbellire l’area sacra.
«A chi ha fatto questo gesto meschino chiediamo: è questo il vostro orgoglio? – scrive il presidente dell’associazione, Emanuele Oliverii – Sottrarre oggetti donati dalla comunità per un luogo sacro significa rubare non a noi, ma a tutti i cittadini, alla montagna e alla Chiesa».
L’associazione, che opera senza fini di lucro, ricorda che ogni strumento e materiale impiegato nei lavori proviene esclusivamente da donazioni di persone oneste. «Portare via anche solo un vaso – continua Oliverii – significa mancare di rispetto alla comunità intera, rallentare i lavori e sputare in faccia a chi lavora gratuitamente per restituire dignità a questa chiesetta».
Il presidente ha annunciato che l’associazione non resterà più in silenzio: «Prenderemo provvedimenti seri perché questi atti non si ripetano. Non accetteremo che il lavoro di tanti volontari venga ostacolato dall’inciviltà di pochi».
Un messaggio forte che si conclude con un invito chiaro: chi ha rubato deve provare vergogna, mentre i volontari andranno avanti con ancora più determinazione per completare l’opera.