Intelligenza artificiale, robotica, analisi avanzata dei dati e nuove tecnologie presto faranno il loro ingresso nei teatri, nei cinema, nelle case editrici e nelle testate come nei musei e nelle realtà turistiche di tutto il Lazio. L’impatto è ancora adesso sottostimato. Sta già cambiando la fruizione delle esperienze culturali e della produzione stessa, con l’introduzione della realtà aumentata. Ai beni immobili si affiancheranno quelli virtuali. Ad aprirsi saranno presto scenari completamente nuovi e a fare la differenza soprattutto le possibilità di investimento e le risorse finanziarie a disposizione dell’impresa. Necessariamente, così, diventerà sempre più centrale la capacità di servirsi di strumenti partecipativi di crowdfunding e di fundraising sia da realtà che operano in ambito pubblico che privato. La cooperazione, poi, dispone fortunatamente di strumenti finanziari che rappresentano un unicum nel panorama economico, come il Fondo mutualistico di Legacoop, Coopfond, al quale possono attingere solo le cooperative associate. La preoccupazione per il processo di transizione, certo, rimane: l’organizzazione del lavoro muterà inevitabilmente, portando con sé tanti rischi. Affinché questo processo non sia disumanizzante e avvenga nel pieno rispetto di chi lavora, Legacoop Lazio e Culturmedia suggeriscono che a guidarlo sia una “Visione cooperativa per una cultura sostenibile”.
Per questo oggi chiama all’appello i principali attori del panorama culturale, istituzionale, cooperativo e no-profit per promuovere modelli di governance partecipata che valorizzino il patrimonio culturale. Durante l’appuntamento che si tiene in via Stamira 5 a Roma dalle 9:30, l’associazione mette al centro i valori che hanno fatto la storia del movimento ma anche il bisogno di innovazione delle cooperazione che deve necessariamente partire da nuovi strumenti giuridici atti a sostenere il profondo mutamento che dovrà subire la progettazione in ambito culturale e turistico. Si appella perciò alla Pubblica Amministrazione perché si rinnovi il patto di sussidiarietà che da sempre vincola gli sforzi del mondo cooperativo a quelli delle Istituzioni, chiedendo che si utilizzino i nuovi strumenti disciplinati dal nuovo Codice degli Appalti Pubblici, con particolare riguardo al Partenariato speciale pubblico privato che rende possibile una collaborazione strategica tra soggetti pubblici e privati e valorizza il patrimonio immobiliare culturale.
Al momento, però, l’applicazione di questo strumento incontra troppi ostacoli dovuti a interpretazioni giuridiche contrastanti che ne ritardano di fatto lo sviluppo e il perfezionamento. Eppure, si potrebbe configurare come chiave di volta che ben si presterebbe alle rivoluzioni che il mondo dell’impresa culturale sta per apprestarsi a vivere nel Lazio. “Il patrimonio culturale del Lazio e di Roma rappresenta una risorsa immensa, che oggi può esprimere tutto il suo potenziale affrontando le sfide della digitalizzazione, della sostenibilità economica e del coinvolgimento attivo di pubblici e comunità – spiega Giovanna Barni, responsabile Culturmedia Legacoop-. Con questo convegno vogliamo mostrare come il modello cooperativo possa offrire risposte concrete: le cooperative creano infatti infrastrutture difitali, sociali e imprenditoriali in grado di rigenerare territori e valorizzarne le risorse in una logica non estrattiva ma collaborativa, resiliente e sostenibile”.
“Con la Pubblica amministrazione occorre promuovere meccanismi stabili di concertazione con le Organizzazioni datoriali e sindacali affinché i servizi nel settore culturale siano affidati secondo criteri oggettivi e coerenti con la qualità del servizio e del soggetto che lo eroga – aggiunge Mauro Iengo, presidente Legacoop Lazio -. Sarebbe a tal fine utile che il Comune di Roma e la Regione Lazio promuovano gli Stati Generali della cultura affinché il futuro di questo settore strategico dell’economia romana e laziale sia il frutto del confronto con le parti sociali”. “Siamo in un momento storico particolarmente significativo per il nostro territorio, che quest’anno ospita il Giubileo 2025: è una occasione straordinaria per ripensare il ruolo della cultura nella costruzione di una città e di un territorio accogliente, inclusivo, capace di raccontarsi e rigenerarsi – conclude Emanuele Bevilacqua, referente Culturmedia Lazio -. È compito di noi cooperatori valorizzare e far comprendere come la cooperazione culturale possa rappresentare una risposta concreta e generativa: un modello capace di creare valore condiviso, di attivare comunità, di costruire ponti tra mondi diversi”.