Da Rieti al mondo: la storia di Maria Iole Volpi, tra calcio femminile e inclusione

A Rieti, negli anni in cui il calcio femminile sembrava ancora un sogno lontano, c’era una bambina che correva per strada con un pallone attaccato ai piedi. Non c’erano campi, non c’erano squadre, non c’era un futuro già scritto. C’era solo una passione, coltivata giorno dopo giorno, e una frase ascoltata in TV da una voce giapponese: “Il pallone è il mio migliore amico”, diceva Holly.
Quella bambina era Maria Iole Volpi. E quel pallone non lo ha mai lasciato.

Oggi, da Rieti al palcoscenico internazionale, Iole è una delle figure chiave degli Insuperabili, il progetto che attraverso il calcio costruisce inclusione vera e quotidiana. Coordina attività, forma atlete e atleti con disabilità, e porta avanti un’idea di sport che va oltre la competizione: lo sport come strumento di vita.

L’intervista rilasciata a Tutto Sport racconta il suo percorso, fatto di sacrifici, conquiste e sogni realizzati.

Fino ai 15 anni, Iole gioca a pallavolo, non per scelta ma per mancanza di alternative: “Io e il pallone eravamo inseparabili, ma non sapevo nemmeno che una ragazza potesse giocare in una squadra”.
Poi la svolta: a Roma esistono squadre femminili. È l’inizio di un’avventura che la porta alla Lazio Femminile tra Primavera e Serie A. Otto anni di biancoceleste, seguiti dalla chiamata del Milan e dall’esperienza al Bardolino Verona, dove conquista anche una Supercoppa.

Un infortunio al crociato interrompe la corsa, ma non la ferma. Con un Erasmus a Salamanca continua a giocare, rientra in Italia e veste la maglia della Roma Calcio Femminile in Serie B: “Lì è nato il mio amore per la Roma”.

Un incidente e due mesi con le stampelle le aprono gli occhi sul mondo della disabilità. Da lì parte un nuovo percorso: studi, una tesi sulle barriere architettoniche e l’incontro decisivo con Davide Leonardi, co-fondatore degli Insuperabili.
“Gli dissi: voglio portare questo progetto a Roma. Era destino. Così è iniziato tutto. Oggi, quando mi chiedono che lavoro faccio, rispondo: vivo un sogno che non sapevo nemmeno di poter sognare.”

Nel 2023 nasce la prima squadra femminile Insuperabili, un traguardo storico. “Dieci anni fa parlare di calcio femminile non era semplice. Insuperabili ha creduto subito nelle donne, scegliendo testimonial e allenatrici. Abbiamo anticipato i tempi”.
Quella squadra oggi esiste, ed è composta da atlete con disabilità: “È un orgoglio immenso. È la prova che il calcio può essere davvero per tutte”.

Iole insegna e forma allenatori, con un’attenzione particolare alle parole: “Spesso chiedo: vi rendete conto che parlo sempre al femminile? Vi sentite strani? È una provocazione. La cultura passa anche dal linguaggio”.
Cita con gratitudine il ct Andrea Soncin, che ha scelto di usare sempre il femminile: “Quando un uomo in quella posizione cambia il linguaggio, è una rivoluzione. Dobbiamo continuare a rompere gli schemi”.

Il sogno non si ferma. Oggi Iole guarda oltre l’Italia: “Il calcio femminile è una delle realtà più fortunate a livello di inclusione. Ma vogliamo andare dove il calcio non arriva: nei paesi in cui serve per aggregare, per dare speranza. Portare un pallone dove non c’è nulla”.

E chiude con una frase che racconta tutto il senso del suo percorso:
“Lo sport che amo, nella forma che amo di più. Inclusivo, umano, collettivo. Perché insieme, come dice il nostro nome, si è davvero Insuperabili”.

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