“I disordini esplosi a Regina Coeli e il tragico aumento dei suicidi non sono emergenze isolate, ma il sintomo di un sistema carcerario che è completamente saltato. Nel Lazio il sovraffollamento medio sfiora il 145%, ben oltre la media nazionale del 132%, con punte impressionanti:?Regina Coeli al 185%, Civitavecchia al 178%, Rieti al 174% e Latina al 171%?. A fine giugno, secondo il DAP, il tasso regionale è ulteriormente salito al 148%; nove istituti su quattordici sono sopra il 150% di capienza?. Non parliamo solo di numeri: si parla di vite compresse, di diritti negati e di dignità cancellata. Nella Casa Circondariale del Lazio si contano 6.710 detenuti, con un rapido incremento dall’inizio dell’anno?. Se a questo aggiungiamo gli istituti minorili, come Casal del Marmo, anch’essi in condizione di sovraffollamento, aggravato dal Fallimentare decreto Caivano, il quadro è ancora più drammatico?. Non serve dire che sovraffollamento e suicidi non sono collegati, come fa il Ministro Nordio; si tratta piuttosto di cause e conseguenze di un disegno di gestione penitenziaria fallimentare. I sindacati, come la UILPA, confermano il sovraffollamento di quasi il 200% a Regina Coeli, con agenti costretti a turni disumani di 26 ore consecutive?. Il Governo resti coerente: se il sovraffollamento “porta all’esasperazione e quindi alla rivolta violenta”, come ha affermato lo stesso Nordio, allora sia promotore di misure deflattive immediate, potenziamento del personale penitenziario, percorsi alternativi alla detenzione e uso pieno dell’amnistia e dell’indulto?. Continueremo a porre con forza queste domande: come può un governo ignorare questi dati e queste sofferenze? Le carceri non sono solo infrastrutture: sono lo specchio della nostra civiltà. E finché rimarranno luoghi di sofferenza anziché di recupero, la nostra democrazia resterà non pienamente compiuta.” – così Emanuela Droghei Consigliera regionale del Partito Democratico
