(di Valentina Fabri) Open Rieti torna a indagare sul turismo con un’esclusiva analisi che mette a fuoco un aspetto finora poco esplorato: il divario crescente tra il capoluogo e il resto della provincia. Dopo aver affrontato temi come i trend turistici provinciali e l’overtourism, l’attenzione si concentra ora su un dato più allarmante: Rieti città perde terreno mentre la provincia guadagna slancio.
Nel 2024, secondo dati ISTAT, il capoluogo ha registrato 27.814 arrivi e 85.209 presenze turistiche, in leggera flessione (-0,3%) rispetto al 2023. Apparentemente un dato marginale, che però assume un altro peso se confrontato con il boom del resto della provincia: +20,8% di presenze in un solo anno, da 60.771 a 73.441. Il risultato? La quota del capoluogo sul totale provinciale scende dal 58,4% al 53,7%. In pratica, la locomotiva turistica reatina non è più la città.
Tra i dieci comuni con più presenze troviamo realtà dinamiche come Magliano Sabina, Amatrice, Colli sul Velino, Contigliano e Poggio Mirteto, segno che l’offerta turistica fuori città si sta facendo sempre più attrattiva e strutturata.
A livello nazionale, Rieti città si colloca all’84° posto tra i capoluoghi di provincia, migliorando leggermente rispetto alla performance provinciale (quart’ultimo posto), ma comunque ben lontana da territori analoghi. Basta citare alcuni esempi: Fiuggi (856.000 presenze), Viterbo (303.000), Spoleto (286.000), Orvieto (270.000), Roccaraso (260.000), L’Aquila (236.000), Pescasseroli (124.000), Rivisondoli (90.000), Ascoli (87.000), Narni (83.000). Dati che pongono seri interrogativi sulla competitività turistica del capoluogo.
Anche il 2025 non porta buone notizie. Secondo il portale PayTourist, utilizzato per monitorare l’imposta di soggiorno, nei primi sette mesi dell’anno le presenze a Rieti città si fermano a circa 30.000, con un calo del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2024: circa 4.000 pernottamenti in meno in un solo anno.
La fotografia dell’offerta reatina evidenzia inoltre una forte dipendenza dal settore alberghiero (88,9%) e un sottosviluppo dell’extralberghiero, che in altri territori rappresenta un importante motore di crescita. Lo stesso vale per la composizione dei turisti: quasi il 90% sono italiani, mentre l’attrattività internazionale – cruciale per lo sviluppo del turismo moderno – rimane marginale.
Di fronte a questi numeri, la domanda è inevitabile: la città sta andando nella direzione giusta?
Open Rieti lancia un messaggio chiaro: non servono slogan né rassicurazioni generiche. Servono strategie, investimenti mirati e visione di lungo periodo. I numeri parlano da soli, ora spetta a cittadini e istituzioni ascoltarli.