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Caro Direttore,
mi rivolgo a lei e alla sua testata per dare voce a una situazione di grave disagio che, ormai da quasi tre settimane, viviamo qui in via Alfredo Amelotti 5 (Villa Reatina, palazzo ATER).
Circa 20 giorni fa si è rotto l’ascensore del palazzo. La ditta incaricata, la Stemon Elevatori, ha diagnosticato la rottura dell’argano motore di sollevamento, stimando un costo di circa 8.000 euro per la riparazione. Da quel momento, però, nessuno si è fatto vivo: né l’amministratore condominiale né l’ATER, da cui ci aspettiamo almeno un cenno, una risposta, un impegno concreto.
Nel frattempo, però, la vita va avanti e non per tutti è facile. Il mio cognato, in particolare, è in condizioni gravissime. Ha subito un ictus alla parte sinistra del corpo in seguito a un’infezione cardiaca, poi è stato operato al Policlinico Gemelli con un intervento al cuore durato 14 ore, con sostituzione delle valvole aortica e mitralica e riparazione della tricuspide. Dopo questa operazione, ne ha subita un’altra a Terni, per liberare le vene femorali.
Oggi convive con enfisema polmonare, ipertensione polmonare gravissima, ipossemia e insufficienza renale. È costretto a usare l’ossigeno 24 ore su 24. Eppure, da 20 giorni, è obbligato a salire e scendere a piedi tre piani ogni volta che deve recarsi a una visita medica, reggendosi a fatica con una stampella.
Direttore, non chiediamo miracoli, ma dignità. Chiediamo che qualcuno si prenda carico di questa situazione. Che l’ATER intervenga, che l’amministratore si faccia presente. Non possiamo aspettare ancora.
Le chiediamo, con il cuore, di darci voce attraverso il suo giornale. È l’unico modo che abbiamo per tentare di smuovere qualcosa.
A nome della nostra famiglia e dei residenti,
grazie di cuore.
Un cittadino di Villa Reatina
