“Siamo al 18 luglio, e ancora non si sa nulla riguardo l’avvio dei centri estivi per i ragazzi con disabilità. È inaccettabile. Come ogni anno, ci ritroviamo con gli stessi problemi: una mancanza totale di organizzazione e comunicazione”: lo scrive una lettrice a RietiLife.
“Le scuole chiudono a giugno: è da quel momento che dovrebbe partire tutto il supporto necessario, e invece ogni volta si arriva tardi, senza certezze e lasciando le famiglie in un limbo. Noi genitori abbiamo bisogno di un sostegno concreto, e i nostri figli hanno diritto a vivere esperienze inclusive, stimolanti, che li aiutino a crescere e a socializzare. È anche un modo per ‘staccare il cordone ombelicale’ in maniera sana e graduale. Quello che fa più male è scoprire che alcuni bambini con disabilità – meno gravi, evidentemente – già partecipano ai centri estivi. E allora viene da chiedersi: su quale base si decide chi può partecipare e chi no? Con quale criterio? Dobbiamo forse distinguere tra figli e figliastri? Questo è inaccettabile. Non è più tollerabile che ogni estate si riproponga la stessa situazione, come se non si sapesse che le scuole chiudono a giugno e che i centri estivi devono essere attivati per tempo. Serve una pianificazione seria, inclusiva, equa. Perché i nostri figli non sono invisibili. E noi genitori siamo stanchi, delusi, ma soprattutto determinati a far sentire la nostra voce” conclude una mamma, sempre più delusa ma ancora più determinata.
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