Il consigliere Angelo Lalli attacca: “Una comunità ignorata. È tempo di assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni”
Offeio, frazione del Comune di Petrella Salto, continua ad attendere – ormai da troppo tempo – il completamento del restauro della chiesa di Santa Maria Assunta. Un’attesa estenuante, che lascia la comunità nel limbo, priva non solo di un luogo di culto, ma anche di un punto di riferimento culturale, sociale e identitario. E oggi, la vicenda torna al centro dell’attenzione pubblica per iniziativa dell’ing. Angelo Lalli, esponente della minoranza “Salto nel Futuro”, che denuncia apertamente il silenzio e l’immobilismo delle istituzioni.
“Non è più tempo di parole”, afferma Lalli. “Gli ultimi sviluppi evidenziano ancora una volta l’assoluta mancanza di attenzione da parte della classe politica verso le piccole comunità. La nostra chiesa è chiusa per motivi di sicurezza, i lavori procedono a rilento, senza una data certa di riconsegna, né spiegazioni chiare.”
Lo scorso 23 settembre, il consigliere aveva chiesto la convocazione urgente di una conferenza di servizi al sindaco Gabriele Micaloni, coinvolgendo anche il Vescovo di Rieti Mons. Vito Piccinonna, la presidente della Provincia Roberta Cuneo, il Prefetto Pinuccia Niglio, la Soprintendente Lisa Lambusier e il Comitato Promozionale di Offeio. Obiettivo: fare chiarezza definitiva sullo stato dei lavori e ottenere impegni precisi.
“Ho ripercorso sinteticamente – scrive Lalli – i passaggi documentali di questa vicenda che dura da anni, denunciando l’assenza di una gestione trasparente e l’inerzia di chi avrebbe dovuto garantire attenzione. Le istituzioni, invece, si sono limitate a un comunicato stampa della Presidente della Provincia, che ammette i ritardi ma non chiarisce i motivi.”
A fronte del silenzio istituzionale, l’unico segnale di costante mobilitazione arriva dal Comitato di Offeio, che da tempo sollecita risposte, animato da determinazione e passione. Ma anche questo impegno si è infranto contro un muro di indifferenza.
“La chiesa non è solo un edificio chiuso – continua Lalli – ma un presidio di comunità. Rimetterla al centro del villaggio significa restituire dignità a una realtà che non può essere condannata alla marginalità. Chi governa ha davvero compreso la portata di questa vicenda?”
Infine, l’appello si fa ancora più diretto e amaro: “È tempo che la politica si assuma le proprie responsabilità, senza filtri e senza più nascondersi dietro le solite dichiarazioni d’intenti. Come dissi alla Presidente della Provincia, oggi ripeto con forza: non ci si può più limitare alle parole, servono impegni veri.”