Segnalazione di un lettore a RietiLife
Con l’arrivo dell’estate e la chiusura delle scuole, le giornate dei ragazzi si sono riempite di tempo libero. Fin qui nulla di male, se non fosse che per molti il concetto di “divertimento” si è trasformato in una gara di rumore, arroganza e maleducazione, in quello che ormai sembra un vero e proprio “luna park” a cielo aperto: non un luogo fisico, ma uno stato mentale senza regole, dove tutto è permesso.
A farne le spese sono i cittadini di Rieti, esasperati da scooter e motorini usati come giocattoli rumorosi. I protagonisti di questo spettacolo sfrecciano per le strade impennando, correndo e sgommando, come se fossero in pista. Il “gioco” è chiaro: fare più casino possibile, senza alcun rispetto per chi ha diritto a trascorrere un pomeriggio o una serata in tranquillità.
A nulla servono richiami o tentativi di dialogo: chi osa protestare riceve in cambio un dito medio e una fuga rombante, in una sfida alla decenza che si ripete ogni giorno. La domanda è lecita: dove sono i controlli? Dove sono le Forze dell’Ordine? In una situazione del genere ci si aspetterebbe interventi decisi: multe, sequestri, vigilanza. E invece, il silenzio delle istituzioni contrasta con il frastuono dei motori.
È vero, i ragazzi sono giovani e spesso inconsapevoli, ma questo non può essere un alibi. Le responsabilità ricadono anche e soprattutto sui genitori, che troppo spesso tollerano, giustificano o ignorano questi comportamenti. L’educazione al rispetto si insegna a casa: se non viene trasmessa lì, è difficile aspettarsela altrove.
La città non può diventare il parco giochi incontrollato di pochi, a scapito del diritto di tutti a vivere serenamente. Il tempo libero è sacrosanto, ma non può trasformarsi in anarchia. È ora che qualcuno intervenga, prima che il “divertimento” degeneri in qualcosa di peggio.