Sicurezza sul lavoro, Paolucci (Uil): “A Rieti il rischio infortunio più alto del Lazio”

Oltre mille infortuni sul lavoro nel 2024, 23 in meno rispetto al 2023. Tre infortuni mortali lo scorso anno, contro i 4 del 2023. Sono numeri lievemente in calo quelli che emergono dal dossier che la Uil del Lazio e l’Istituto di ricerca Eures hanno realizzato in occasione della tappa laziale della Carovana Uil, l’iniziativa del segretario generale Pierpaolo Bombardieri che sta attraversando l’Italia da nord a sud. Ma non si ci illuda. C’è un indice che deve far riflettere tutti che si chiama rischio infortunistico, ovvero il numero di infortuni denunciati ogni mille lavoratori. Ebbene, se leggiamo i dati da questa prospettiva, l’indicatore di Rieti e della sua provincia è il più elevato: 18,4 infortuni nel 2024, più di Roma, che si attesta a 17,7 e Latina con 16,5. Il quadro muta di poco se affrontiamo il rischio infortunio mortale, vale a dire le morti rilevate ogni 100mila lavoratori. In questo caso il reatino è terzo (5,0), dopo Frosinone e Latina.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro è fondamentale per tutelare la salute dei lavoratori e anche la sostenibilità delle attività produttive – ricorda Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – Infortuni e morti non sono eventi casuali, ma il risultato di fattori prevedibili e quindi prevenibili”. Intanto i numeri continuano a crescere senza sosta e generano allarme tra lavoratori e lavoratrici. Nei primi tre mesi del 2025 nel reatino si sono registrati 292 infortuni, 27 in più rispetto al primo trimestre dello scorso anno. In tutto il Lazio il numero ha superato le diecimila unità (10224), erano stati 9889 da gennaio a marzo dello scorso anno. Stabile il numero delle morti sul lavoro: 15 in questo trimestre, 15 nel trimestre 2024.

Un’altra direttrice di analisi – all’interno di una riflessione sulla salute e sicurezza – è quella relativa alle malattie professionali, ovvero a quegli eventi che agiscono sulla capacità lavorativa delle persone e che sono causati dallo svolgimento dell’attività lavorativa. “Un salto indietro negli anni – spiega Paolucci – aiuta a comprendere l’allarmante crescita di questo fenomeno: a Rieti il 2024 si è chiuso con 539 casi, 434 erano state nel 2023, 340 nel 2022, 360 nel 2021, 244 nel 2020. I settori più colpiti sono stati quelli dell’industria, dei servizi e dell’agricoltura”.

Se la distribuzione percentuale delle denunce di malattie professionali nel 2024 ha visto nei primi tre posti la provincia Capitolina (37,3%), seguita da Frosinone (26%) e Latina (18,2%), considerando le denunce ogni mille occupati, Rieti – dopo Frosinone (9,3) – è la seconda provincia laziale con il rischio più elevato di malattie professionali, con un indice pari a 9,0.

“I dati che emergono dal dossier sono spaventosi – conclude Paolucci – e obbligano le istituzioni a una profonda riflessione. Da anni la Uil chiede un tavolo permanente per lavorare insieme a una strategia innovativa in grado di sanare questa piaga che ogni giorno vede lavoratori e lavoratrici infortunarsi, ammalarsi o addirittura perdere la vita a causa del lavoro”

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.