“Ho partecipato lo scorso anno a un convegno nel comune di Cantalice, contornato da una bellissima scalinata arcobaleno”: lo scrive Domenico Di Cesare.
“Qualcuno, autoctono, disse che non era opportuno mostrare tali colori, in quanto a Cantalice era più facile vedere un trattore che un gay. Ci tengo a specificare che già da un po’ non faccio parte di nessuna associazione, ed esprimo il mio pensiero come semplice cittadino. Purtroppo le libertà e i diritti civili vengono da sempre calpestati, ancor di più nei piccoli paesi, dove anch’io sono cresciuto e dove ti vengono cancellate l’infanzia e la giovinezza. Speravo che quei tempi fossero ormai lontani, ma purtroppo così non è. La cosa simpatica, e lo feci presente all’incontro di cui sopra – a parte che da piccolo anch’io andavo sul trattore di mio padre (eppure…) -, è che i colori sulla scalinata non rappresentavano quelli della bandiera LGBTQIA+: ce n’era uno in più; invertendone l’ordine, somigliavano piuttosto alla bandiera della pace, simbolo di cui di questi tempi, almeno a me così pare, ne abbiamo parecchio bisogno… ma hai visto mai che qualche bambina o bambino, vedendo quei colori, dimenticasse per un attimo i trattori? Tra una decina di giorni uscirà un mio libro dal titolo “L’amore tra uomini” e magari a qualcuno verrà in mente di vietarne la vendita in quel comune” conclude.
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