Passione per la lirica tra i banchi della “Ricci” con il tenore Michael Alfonsi, direttore artistico del “Battistini”
Appassionarsi all’opera lirica anche tra i banchi di scuola si può! Succede alla secondaria di primo grado di Rieti, “Angelo Maria Ricci”, dove gli alunni del Laboratorio di Giornalismo hanno intervistato Michael Alfonsi, tenore del Teatro dell’Opera di Roma e Direttore Artistico del Concorso Lirico Internazionale “Mattia Battistini”.
Qual è l’importanza culturale del Concorso che in questi giorni si sta svolgendo al Teatro Flavio Vespasiano?
Si tratta di un’iniziativa di alto profilo la cui prima edizione si è svolta nel 1980. Il canto lirico per l’Italia ha un’importanza culturale molto ampia che si è ormai estesa a livello internazionale e che in questo particolare caso porta in alto, in tutto il mondo, il nome della città di Rieti. Fino a domenica 25 maggio il capoluogo sabino accoglierà oltre 180 cantanti lirici provenienti da tutto il mondo, che si sfideranno nella terra che il baritono Battistini scelse come patria d’elezione. Oggi, con me, sono presenti tre di loro, per regalarvi una bella esibizione: Alessia Rosa D’abruzzo, Natascia Dikanovie e Giuseppe Nicola Tarantini.
Che tipo di opportunità dà il “Mattia Battistini” ai concorrenti in gara?Sicuramente offre un’opportunità di debutto a tutti i giovani artisti, generando anche lavoro per chi prende la lirica seriamente e con passione.
Lei come vede il futuro dell’Opera in Italia?
Lo vedo bene, non potrà non essere prosperoso perché è un patrimonio che non morirà mai, al massimo potrà cambiare nel corso del tempo. Il fatto stesso di essere qui, oggi, tra voi studenti, mi fa ben sperare!
Quando ha capito che il canto lirico avrebbe fatto parte della sua vita?
Il canto lirico ha iniziato a far parte della mia vita da quando era piccolo: ad otto anni ero già il solista di papa Giovanni Paolo II. Capii subito che quella dell’Opera sarebbe stata la mia strada, una via sicuramente difficile da percorrere ma assolutamente praticabile se guidata dalla passione e dal sacrificio.
Qual è l’opera a cui si sente particolarmente legato?
Senza dubbio è “La Tosca” di Giacomo Puccini che cantai all’età di dieci anni con Luciano Pavarotti. Ero davvero piccolo, dunque, quando conobbi quel tipo di canto lirico che era tanto diverso da quello che ero abituato a sentire. Fu amore a prima vista, subito mi appassionai!
Come si prepara prima di salire sul palco per esibirsi?
Prima di una performance di solito mangio determinati cibi, per poi entrare completamente nel personaggio che di volta in volta interpreto. E’ sempre una grande emozione, ogni volta!
Quali sono le difficoltà che un tenore si trova ad affrontare nella sua vita professionale?
L’unica difficoltà è quella di gestire la voce, perché quella del tenore, tra le voci liriche, è la più costruita ed in quanto tale la più difficile.
Cosa consiglierebbe ai giovani desiderosi di diventare cantanti lirici?
Un consiglio prezioso è quello di studiare molto. Per essere artisti di livello occorre avere una cultura generale molto elevata, conoscere le lingue perché si viaggia molto ed essere sempre molto determinati. La passione e lo spirito di sacrificio fanno il resto. Vi aspetto domenica 25 maggio, al teatro Vespasiano, per il Gran Gala che decreterà il vincitore dell’edizione 2025 del Concorso! E chissà che non possa scattare anche in qualcuno di voi quella scintilla lirica che per me è fonte di vita e di felicità!
Adriano Guarnacci, classe IIIB (Laboratorio Giornalismo curato dalla professoressa Elisa Masotti – Scuola Secondaria di primo grado “Angelo Maria Ricci” diretta dalla professoressa Paola Testa)