(di Valentina Fabri) Un omaggio commosso e sentito, quello che al termine della cerimonia funebre, il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, amico fraterno e originario di Marcetelli, ha voluto rivolgere ai presenti, raccontando gli aspetti meno noti di un’amicizia che andava al di là della politica e che condivideva da anni con Daniele Raimondi.
“Daniele è stato un figlio di cui essere orgogliosi, un padre premuroso e un amico sincero per tanti di noi, ma Daniele è stato anche una guida autorevole per una comunità orgogliosa e testarda come quella di Marcetelli a cui ha scelto di dedicare i migliori anni della sua vita – ha detto Sinibaldi visibilmente commosso davanti alla bara avvolta nel tricolore – Un amministratore capace e preparato in grado di trovare sempre la strada per portare a casa un risultato, mai per se stesso, sempre per la comunità. Per quel paese che nella sua testa era una famiglia e che vive nell’impegno di tanti uomini, donne, ragazzi a cui ha saputo insegnare un sogno: quello di mantenere intatto il valore di una comunità pur senza abitarci, senza viverla ogni giorno, con l’impegno e la dedizione che assomigliavano più a una missione che a mandato elettorale. La comunità di Marcetelli perde un grande simbolo, un uomo perbene, giusto e onesto, attento alle necessità di chi si trovava in difficoltà”.
Parole pronunciate a fatica dal primo cittadino di Rieti, interrotte da un lungo applauso all’interno di Sant’Agostino. “Quante volte mi hai chiamato preoccupato perché qualcuno aveva perso il lavoro e viveva un momento difficile. Te ne facevi carico senza nemmeno che ti venisse chiesto! Perché per lui l’impegno politico era questo: aiutare gli altri.
Sinibaldi ha poi ricordato gli ultimi mesi di Raimondi: “Ricordo ogni volta che sono andato a trovarlo in ospedale o a casa: nonostante la malattia, lui mi parlava sempre di qualcun altro, qualcuno da incontrare qualcuno che aveva qualche problema da risolvere. Ci convocava e ci dava i compiti. Daniele è stato anche un uomo politico molto intelligente, intuitivo, capace di guardare oltre. È stato un riferimento più di quanto volesse essere. La sua perdita lascerà un vuoto in tutta la comunità politica della Provincia di Rieti. Tutti abbiamo sperato che ce l’avresti fatta anche stavolta, in questi ultimi mesi hai lottato come un leone ma stavolta non è bastato. L’ultima volta che sono stato a cena a casa tua mi hai detto che comunque sarebbe andata avrei dovuto fare un discorso, o perché avrei dovuto sposare in comune te e Martina o per parlare al tuo funerale. Avremmo sperato tutti di trovarci al tuo matrimonio, ma siamo qui tutti per te, per Irene, per Martina, per Rodolfo e per i tuoi genitori”.
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