L’ultimo saluto a Daniele Raimondi, Rieti si ferma nel ricordo del primo cittadino di Marcetelli. La bara portata a spalla dai sindaci

(di Valentina Fabri) È stata una giornata di silenzio e dolore quella che oggi, 22 maggio, ha unito Rieti e l’intera provincia nel ricordo commosso di Daniele Raimondi, il giovane sindaco di Marcetelli, spentosi a soli 42 anni dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro una malattia che non gli ha lasciato scampo. Una figura amata e stimata, che ha lasciato un segno profondo non solo nel suo piccolo comune, ma in tutta la comunità reatina.

La mattinata si è aperta con la camera ardente allestita nella sala consiliare della Provincia, trasformata per l’occasione in un luogo di raccoglimento e memoria. Un flusso costante di parenti, amici, colleghi e cittadini comuni ha riempito la sala in un silenzio carico di emozione. Tra loro, anche tante autorità istituzionali, presenti con discrezione e rispetto, a testimoniare il valore umano e politico di Raimondi, un uomo che aveva fatto della dedizione al servizio pubblico la propria missione.

Nel primo pomeriggio, la commozione si è spostata nella chiesa di Sant’Agostino, a Rieti, dove si sono celebrati i funerali. Già prima delle 15, l’ingresso della chiesa e la piazza antistante si erano riempiti di persone: cittadini, sindaci della provincia, esponenti politici, amici e semplici conoscenti, uniti da un’unica emozione. Quando il feretro è giunto davanti alla chiesa, un lungo applauso ha rotto il silenzio, un gesto spontaneo, potente, di gratitudine e amore per chi ha saputo rappresentare con umiltà e passione il proprio territorio. E proprio una rappresentanza di sindaci, tra cui il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, il vicesindaco di Marcetelli Armando Cipolloni il sindaco di Cittaducale Leonardo Ranalli, il vicesindaco di Leonessa Simone Adone, il sindaco di Rocca Sinibalda Stefano Micheli e il sindaco di Belmonte Danilo Imperatori, hanno voluto accompagnare la bara all’interno della chiesa.

Durante la cerimonia, le parole dell’omelia di Don Giuseppe Cipolloni, parroco di Marcetelli hanno saputo raccogliere e restituire il senso della perdita che oggi grava su tutta la comunità. È stata ricordata la forza con cui Raimondi ha affrontato la malattia, la sua instancabile energia nel guidare Marcetelli anche nei momenti più difficili, il suo sorriso, la sua capacità di dialogo, il suo amore per la gente.

In chiesa, la compostezza ha lasciato spazio solo alle lacrime. Quelle dei suoi concittadini, che oggi più di chiunque altro sentono il vuoto della sua assenza, ma anche quelle di chi, pur conoscendolo meno, ha intravisto in lui un esempio di dedizione e coraggio. La politica, per Daniele Raimondi, non era mai stata un palco, ma una strada da percorrere accanto agli altri, con l’ascolto, l’impegno e il cuore.

Oggi Rieti ha salutato non solo un sindaco, ma un uomo perbene, un figlio di questa terra che ha saputo onorarla fino all’ultimo giorno. E mentre il sole calava su una città ferma nel lutto, rimane il ricordo vivido di un’esistenza breve ma luminosa, che continuerà a vivere nell’esempio lasciato a chi resta.

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