“Quanto sta accadendo oggi nel Paese, e non solo nel nostro, potrebbe cambiare per sempre il nostro modo di fare impresa, almeno così come l’abbiamo conosciuto fino ad ora. E’ tutto il sistema ad essere sottoposto ormai da due mesi ad uno stress senza precedenti. L’emergenza, nata come sanitaria, è diventata anche economica”. Queste le parole del Presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi, in merito agli effetti del Coronavirus sulle imprese della nostra provincia.
“L’emergenza coronavirus – prosegue il Presidente Bianchi – sta producendo sul piano economico un drastico calo della domanda, un forte rallentamento della produzione e un oggettivo ridimensionamento, quando non addirittura una chiusura totale, dei mercati di sbocco. Tutte le attività economiche nel campo della ristorazione, del commercio e del turismo, sono letteralmente ferme, mentre le aziende produttrici che continuano ad operare stanno andando avanti al prezzo di sforzi enormi e con ritmi talmente rallentati da non essere nelle condizioni di sostenersi a lungo. Ma forse il danno più grande lo stanno subendo quelle aziende che, obbligate a rimanere aperte per garantire servizi essenziali, continuano a sostenere costi notevoli subendo però nel contempo il blocco totale degli incassi. Queste aziende hanno in pratica un doppio danno e, tra l’latro, spesso non possono ricorrere alla cassa integrazione proprio perché la mole di lavoro non lo consente”
“La nostra provincia, è cosa nota, soffriva già un gap nei confronti di altre province italiane, tanto da essere classificata ormai da anni, non a caso, ‘area di crisi complessa’. Nel 2016, poi, il terremoto ha messo nuovamente a dura prova la capacità di reazione delle nostre imprese. Il cataclisma economico conseguente al Coronavirus rischia però di dare il colpo di grazia ad un territorio già duramente colpito – aggiunge Bianchi – Se la situazione è effettivamente grave, inedita, straordinaria, allora altrettanto straordinari dovranno essere i provvedimenti che la politica dovrà varare. Le misure adottate fin qui dal Governo e le risorse stanziate sono un primo passo importante, ma altri ne dovranno essere compiuti. Così come le Regioni dovranno continuare a rispondere con puntualità sia per gli aspetti primari della nostra salute che per quelli relativi alla situazione economica. Finanziamenti garantiti totalmente o in parte dalla Stato, dovranno gradualmente lasciare il posto a misure che prevedano contributi a fondo perduto, perché le aziende non possono solo protrarre le spese aumentando nel tempo i propri indebitamenti”.
“Quello che più ci aspettiamo è un intervento forte, poderoso, incisivo delle istituzioni finanziarie e politiche dell’Unione Europea, senza le quali sarà difficile, per non dire impossibile, che il nostro Paese possa risollevarsi. Occorre ora andare oltre l’emergenza e progettare interventi massicci con un’ottica di medio-lungo periodo. Federlazio in queste settimane non si è mai fermata. Anzi, tra smart working e restrizioni varie, ha dovuto fare gli straordinari per ottemperare all’enorme richiesta di domande di Cassa Integrazione da parte delle nostre aziende. Eventi di solito sporadici e singoli che invece stavolta hanno coinvolto centinaia di aziende tutte insieme. Come uno tsunami. E poi assistenza sindacale, sui bandi in uscita, sospensione tirocini, richieste di aggiornamento sulle disposizioni di sicurezza in azienda e moltissimo altro. Questo mi ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia fondamentale il ruolo delle Associazioni per chi fa impresa oggi” dice Bianchi.
“A livello regionale siamo in continuo contatto (attraverso video conferenze) con il Presidente Zingaretti e tutto il suo staff per cercare di indirizzare l’Ente su binari sempre più vicini alle reali esigenze delle imprese. Nell’ultima conferenza abbiamo discusso di come attuare al meglio le riaperture nella cosiddetta ‘Fase 2’ e, su nostro forte input, anche di cominciare a studiare il prossimo passaggio alla ‘Fase 3’. Attraverso Confimi Industria, la nostra Confederazione Nazionale di appartenenza, abbiamo compiuto una serie di passi verso le istituzioni di governo, alle quali è stato già sottoposto un elenco di priorità per il sistema della Pmi. Infine – conclude Riccardo Bianchi – dobbiamo riconoscere però che questa emergenza almeno un elemento positivo l’ha prodotto, ovvero ha fatto aprire gli occhi agli imprenditori sulle nuove modalità di lavoro come lo Smart working e, più in generale, sulla necessità di promuovere sempre di più i processi di digitalizzazione. Questi processi dovranno diffondersi sempre di più e per facilitarne l’utilizzo essere supportati anche attraverso interventi agevolativi in modo tale da farli diventare prassi comune dell’attività d’impresa”.
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