Scarti industriali altamente tossici, cancerogeni e corrosivi smaltiti senza la necessaria depurazione: questo l’oggetto dell’operazione condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Rieti ha interessato più regioni e la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha emesso avvisi di garanzia per sei persone, accusate di Attività di gestione di rifiuti non autorizzata e Attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.
Le indagini svolte (alle quali hanno collaborato anche il Corpo forestale dello Stato di Matera e l’Arpa Lazio sezione provinciale di Rieti), hanno permesso di evidenziare come le autorizzazioni rilasciate al trattamento rifiuti non fossero regolari, consentendo l’individuazione delle illecite operazioni e attività inerenti la gestione di rifiuti liquidi, compiuti in varie parti d’Italia e poi conferiti presso il Depuratore/Installazione di via Camposaino, in Rieti.
Gli investigatori, hanno accertato che attraverso una serie di passaggi intermedi sul territorio nazionale, sul quale i rifiuti liquidi “Speciali” e “Pericolosi” transitavano, veniva eseguito un declassamento (i codici identificativi opportunamente modificati in modo da far perdere le caratteristiche di pericolosità dei rifiuti medesimi, che così “ripuliti” aggiravano norme statali e/o regionali), che permetteva di avere un costo di lavorazione più basso e quindi sicuramente redditizio rispetto al trattamento dei rifiuti pericolosi. Di fatto il rifiuto resta identico e il cambiamento avviene solo “sulla carta”, in quanto gli stoccaggi intermedi ogni volta formalizzano la declassificazione con operazioni fittizie, fino a trasformare il rifiuto compatibile con il sito di destinazione. Quest’ultimo dunque, riceve e tratta un rifiuto che non poteva ricevere, ma tutto appare legale perché i documenti sono stati adeguati lungo il percorso.
Le indagini hanno consentito di accertare che il produttore del rifiuto liquido è una società che opera a Pisticci Scalo di Matera, con uno stabilimento di produzione di Resine Epossidiche, la quale trasferiva il tutto ad un’altra società, sempre di Pisticci Scalo per il pre-trattamento del rifiuto liquido, poi il tutto arrivava al depuratore di Camposaino di Rieti. (da comunicato CFS)
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