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Il consigliere con delega allo Sport della Provincia di Rieti e consigliere comunale Maurizio Ramacogi così sul vandalismo nel campo intitolato a Kobe Bryant agli Stimmatini a Campoloniano (leggi)
Un nuovo, gravissimo atto vandalico colpisce la nostra città.
Questa volta a farne le spese è il campo da basket dedicato a Kobe Bryant, situato dietro gli “ex Stimatini” nella Casa del Buon Pastore nel quartiere di Campoloniano. Un impianto che la scorsa estate era stato ripristinato a spese della RSR Sebastiani, con un gesto di grande sensibilità e senso civico, per permettere ai tanti giovani del quartiere di vivere lo sport, incontrarsi e crescere attraverso valori sani.
Oggi, invece, ci troviamo di fronte all’ennesima ferita inferta alla nostra comunità: panchine divelte, canestri distrutti, un luogo nato per unire ridotto in condizioni desolanti.
È un gesto inqualificabile. È delinquenza, non sono “ragazzate”. Non c’è alcuna giustificazione possibile.
Da uomo sportivo, rappresentante della Istituzione Comunale e Provinciale con delega allo Sport e Impiantistica Sportiva, sono basito e profondamente indignato per quanto accaduto.
Prendo le distanze con forza da comportamenti che nulla hanno a che vedere con lo sport, con l’educazione, con ciò che la scuola e la famiglia dovrebbero trasmettere ai nostri ragazzi.
Chi distrugge luoghi pubblici, chi calpesta gli sforzi e la passione di associazioni, società sportive, istituzioni e cittadini, colpisce tutta la comunità.
Auspico che, attraverso l’eventuale supporto delle telecamere presenti nella zona, si possa risalire ai responsabili.
Non per una semplice punizione, ma perché vengano assicurati a un serio percorso di recupero e responsabilizzazione, l’unico modo per restituire senso e dignità a ciò che oggi è stato ignorato e offeso.
Rieti merita rispetto.
I giovani meritano luoghi sicuri e curati.
Lo sport merita di essere difeso da chi lo usa come pretesto per distruggere.
Serve una reazione forte e unitaria: difendere i beni comuni è un dovere che riguarda tutti noi.
