L’aria dentro l’ASL di Rieti è diventata pesante. Le organizzazioni sindacali del comparto hanno rotto gli indugi e denunciato pubblicamente un quadro definito “di forte criticità”, puntando il dito contro la Direzione Generale su contrattazione, gestione delle risorse e scelte organizzative che – dicono – stanno mettendo a dura prova lavoratori e servizi ai cittadini.
Il casus belli nasce dopo la riunione del 28 ottobre 2025, quando la Direzione ha illustrato ai sindacati la nuova mappatura degli incarichi sanitari. Una settimana fa, con la delibera n. 847/DG/2025, l’azienda ha poi pubblicato l’avviso per la selezione e l’assegnazione degli stessi incarichi. Una mossa che non è andata giù alle OO.SS., che il 28 novembre hanno risposto con una nota ufficiale chiedendo il ritiro immediato dell’atto “in autotutela”.
Il motivo? Secondo i sindacati, la mappatura ignora alcune figure professionali previste dalla legge 251/2000 e utilizza fondi contrattuali senza alcun confronto con le parti sociali. “Risorse che appartengono ai lavoratori e che vanno gestite con trasparenza”, ricordano.
Sei coordinamenti al Pronto Soccorso: scelta contestata
L’elemento più esplosivo riguarda il Pronto Soccorso: sei coordinamenti assegnati, un numero considerato eccessivo. Al contrario, per altre aree professionali della U.O.C. Tecnici Sanitari, Prevenzione e Professioni Riabilitative e Sociali – ben 18 professioni stando all’Atto Aziendale – le posizioni apicali sono ridotte al minimo.
“Una scelta che non valorizza il personale e non risponde ai bisogni reali dell’azienda – attaccano le OO.SS. – e che non aiuta certo a rendere attrattivo l’ospedale di Rieti, dove trattenere i giovani neoassunti è già una sfida.”
Fondi del comparto senza contrattazione
Gli incarichi sono finanziati con fondi del comparto, che per contratto devono passare per una contrattazione integrativa aziendale (art. 6 del CCNL 2022-2024). “Non è ammissibile – insistono i sindacati – utilizzare i soldi dei lavoratori senza alcun confronto. Mai, con le precedenti direzioni, si era arrivati a un livello simile.”
Personale allo stremo, servizi in affanno
La questione degli incarichi è solo la punta dell’iceberg. Il malessere interno è profondo: stress, carichi di lavoro pesanti, sfiducia diffusa. Il “benessere organizzativo”, promesso all’avvio della Direzione, per i sindacati è rimasto solo uno slogan.
Nel documento, le sigle elencano una serie di criticità ormai croniche:
- liste d’attesa lunghissime, con numeri ufficiali che non corrisponderebbero alla realtà;
- gettonisti pagati fino a 800 euro a turno, mentre non esiste un piano strutturale di assunzioni;
- apparecchi radiologici usati solo in parte;
- nuovi assunti già pronti ad andarsene;
- pazienti bloccati per giorni nei locali del Pronto Soccorso in attesa di un posto letto;
- fondi per il nuovo ospedale non rendicontati;
- boom dell’intramoenia, “effetto diretto delle liste d’attesa fuori controllo”.
Ultimo appello alla Direzione: o si tratta, o scatta lo stato di agitazione
La posizione dei sindacati è netta: la sanità reatina non può procedere a colpi di annunci. Servono fatti, trasparenza e una contrattazione reale. Per questo chiedono il ritiro della delibera, l’apertura immediata di un tavolo sugli incarichi e sull’utilizzo dei fondi del comparto.
In caso contrario? L’avvio dello stato di agitazione è già sul tavolo.
“Qui non è solo una questione di contratti – chiudono le OO.SS. – ma della vita dei lavoratori e della salute dei cittadini, che pagano le tasse e meritano servizi efficienti, gestiti da una direzione capace e competente.”
A firmare la nota: FP CGIL, CISL, UIL FPL, NURSIND, UGL, FIALS e la RSU ASL Rieti.








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