Lieve calo della cassa integrazione nel reatino. Dallo studio del servizio Lavoro, coesione e territorio della Uil si evince che da gennaio a settembre 2025 sono state 418.734 le ore autorizzate, contro le 479.975 dello stesso periodo dell’anno precedente. “A conti fatti – spiega Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – abbiamo rilevato 61.241 ore in meno. Siamo l’unica provincia del Lazio con una contrazione che è pari al meno 12,8 per cento”. Il reatino è tra le 42 province italiane ad aver registrato un calo ma in un contesto nazionale di crescita degli ammortizzatori sociali. A esplodere è stata la straordinaria (più 61,6% rispetto al 2024) e i Fondi di solidarietà bilaterali, (più 21,8%). Sono numeri – sottolinea lo studio Uil – che non possono essere interpretati solo come oscillazioni congiunturali, ma che riflettono la persistenza di crisi aziendali, ristrutturazioni e riconversioni industriali spesso gestite senza adeguate politiche di accompagnamento e rilancio. Con il risultato che lavoratrici e lavoratori escono dal periodo coperto dagli ammortizzatori sociali senza più una occupazione.
Nel Lazio la cassa straordinaria da un anno all’altro è più che raddoppiata, passando da poco più di 13milioni a oltre 28milioni di ore. È scesa invece l’ordinaria da 4.051.599 nel 2024 a 3.683.202 nei primi nove mesi del 2025 così come quella in deroga: da 207.479 ore autorizzate da gennaio a settembre 2024 a 14.0976 nel 2025. “Non tragga quindi in inganno la nostra lieve flessione – commenta l’esponente sindacale – perché è difficile immaginare che la provincia reatina si trovi improvvisamente a recitare il ruolo della locomotiva che traina l’economia laziale. In realtà il contesto regionale e quello nazionale è tutt’altro che rassicurante”. “La cassa integrazione – conclude Paolucci – è percepita ormai come l’anticamera della disoccupazione. Dovrebbe invece essere parte di una strategia industriale di ampio respiro, in grado di tutelare il lavoro, accompagnare le transizioni produttive attraverso la riqualificazione, gli investimenti e nuovi piani industriali. Tutto questo nella nostra provincia, ma anche altrove, è ancora un miraggio”.








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