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La frattura era nell’aria da settimane, ma ora è ufficiale: Amatrice, Accumoli e Cittareale escono dal Biodistretto Terraviva. Una decisione pesante, che arriva dopo mesi di tensioni mai realmente rientrate e culminate con la mozione di sfiducia inviata dai tre sindaci prima del Consiglio Direttivo del 4 novembre.
In quella mozione, i Comuni soci avevano già messo nero su bianco tutte le criticità: gestione opaca, scarsa trasparenza nelle decisioni, coinvolgimento minimo — per non dire inesistente — delle imprese del territorio. Una situazione giudicata insostenibile al punto da chiedere le dimissioni del Presidente e dell’intero Consiglio Direttivo.
La nota diffusa oggi dai tre sindaci certifica che il punto di non ritorno è stato raggiunto.
“Analizzando l’ordine del giorno odierno – spiegano – è evidente che si persevera nello stesso atteggiamento, portando avanti decisioni rilevanti senza un processo decisionale coerente, corretto e condiviso”.
Amatrice ha già annunciato le dimissioni ufficiali dal Consiglio Direttivo, che saranno inviate via PEC al Presidente, e in parallelo sarà formalizzata la richiesta di recesso dall’Associazione. Un passo che, assicurano, era già stato preannunciato nelle sedute precedenti.
Nella stessa nota, il Comune ribadisce che il proprio impegno a favore delle micro e piccole imprese del territorio non cambia. L’obiettivo resta quello di sostenere iniziative realmente partecipative, aperte, capaci di coinvolgere chi sul territorio vive e lavora ogni giorno: un approccio che, secondo i tre sindaci, non ha trovato spazio nell’attuale assetto del Biodistretto.
“Da oggi – concludono – lavoreremo per avviare altri processi e individuare nuovi strumenti operativi”.
Una scelta che apre una fase del tutto nuova e che, inevitabilmente, ridisegna gli equilibri di Terraviva.
