(di Cristian Cocuccioni) È stata la pietra, lanciata con violenza contro l’auto su cui viaggiava, a causare la morte di Raffaele Marianella, il 65enne deceduto domenica sera lungo la Rieti-Terni dopo l’agguato seguito alla partita tra Sebastiani e Pistoia. Lo ha confermato l’autopsia eseguita nelle scorse ore, come reso noto nella conferenza stampa in Procura a Rieti.
Tre le persone arrestate con l’accusa di omicidio in concorso per futili motivi: Kevin Pellecchia (20 anni), Alessandro Barberini (51) e Manuel Fortuna (31). La Procura ha disposto il test del DNA sulla pietra incriminata, per accertare chi tra i tre abbia materialmente lanciato il sasso letale.
Il procuratore Paolo Auriemma ha ricostruito la dinamica dell’agguato, precisando che le indagini sono ancora in corso: “La causa della morte sono le ferite procurate dal sasso. Gli elementi di prova derivano da una pluralità di testimonianze e da intercettazioni ambientali effettuate in Questura. Il sasso letale è uno solo, ma la configurazione del reato è di omicidio in concorso: tutti hanno avuto un ruolo attivo nel crimine”.
L’agguato, ha spiegato Auriemma, è iniziato dopo la gara al PalaSojourner, dove già durante l’intervallo e al termine della partita si erano registrate tensioni tra tifosi. Il Questore di Rieti, Pasquale Fiocco, ha aggiunto: “Non c’erano segnali premonitori, ma dopo le tensioni al palazzetto è stato attuato un pattugliamento su tutte le strade. L’agguato è avvenuto in una zona boschiva e poco illuminata, dietro un guardrail: un’azione preparata e di grande pericolosità. Più pietre sono state lanciate: la presenza delle forze dell’ordine ha evitato danni ancora più gravi”.
L’intervento tempestivo degli agenti ha scongiurato conseguenze ancora più gravi. In particolare, un giovanissimo poliziotto poco più che ventenne, appena uscito dal corso BLSD, è stato il primo a prestare soccorso a Marianella. Con prontezza e competenza ha tentato tutto il possibile per rianimare l’autista, in attesa dell’arrivo del 118. Il suo intervento è stato riconosciuto e apprezzato da tutti: il questore Fiocco, gli altri poliziotti e i colleghi hanno espresso complimenti per il coraggio e la professionalità dimostrati.
Un minorenne testimone è stato ascoltato dagli inquirenti: si trovava sul luogo dell’agguato. “La situazione poteva essere ancora più drammatica – ha sottolineato il Questore – se il sasso avesse colpito l’autista del pullman dei tifosi pistoiesi”.
Il capo della Squadra Mobile, Marco Stamegna, ha confermato che “la provenienza dei sassi è in fase di accertamento. Abbiamo individuato tre auto sotto il cavalcavia: una è stata fermata subito, le altre due intercettate successivamente, una delle quali dopo un inseguimento”.
Il procuratore Auriemma ha voluto infine chiarire: “Questa vicenda non ha alcuna connotazione politica. È un fatto grave, ma il territorio è sano e non esiste omertà. Le indagini proseguono per verificare eventuali altre responsabilità”.









Rieti Life L'informazione della tua città





