“Volevamo fargli vedere chi eravamo noi, che non avevamo paura certo di loro. Anche io ho tirato un sasso, in tanti lo abbiamo fatto. Ma il mio non è stato quello che ha ucciso”. Sarebbero queste, secondo quando scrive il quotidiano La Repubblica, le dichiarazioni rese alla Polizia da Alessandro Barberini, uno dei tre ultrà della Sebastiani basket arrestati a Rieti per l’agguato al pullman dei tifosi del Pistoia basket, costato la vita domenica scorsa a uno degli autisti. Oggi, insieme agli altri due indagati per omicidio volontario – Manuel Fortuna e Kevin Pellecchia -, il 53enne comparirà davanti al Gip del Tribunale di Rieti per l’udienza di convalida.
“Ho colpito la parte centrale del pullman, la mia era una pietra piccola”, avrebbe aggiunto. “Se avessimo preso l’autista avremmo fatto una strage”, scrive ancora Repubblica citando le parole di uno dei 12 tifosi che avrebbero partecipato alla spedizione contro i tifosi pistoiesi. Ma è ancora Barberini ad aggiungere altro: “Ho visto la partita di basket come ogni domenica. Ci sono state delle schermaglie accese dentro il palazzetto”, “Siamo andati dietro il PalaSojourner con l’intenzione di prenderci a cazzottate con loro ma c’era la polizia”. Poi l’ultrà arrestato tira in ballo il capo della curva Terminillo: “Con noi c’era anche G.A., il capo degli ultrà (anche lui destinatario di un Daspo, ndr). Eravamo in macchina, abbiamo aspettato che passasse il pullman e ci siamo messi lungo il guardrail. Non so chi ha tirato quel sasso grosso e non mi sono reso conto che c’era una persona morta”.
Foto: RietiLife ©









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